L’attacco a Charlie Hebdo, è un dramma terribile, un attacco diretto alla libertà di espressione e di stampa, oltre che una tragedia che è costata la vita a 12 persone. Chi ha sparato le raffiche di kalashnikov dentro la redazione del giornale e poi in strada appartiene alle frange dell’islamismo radicale e armato. Charlie Hebdo è un giornale di satira, espressione di una cultura libertaria che ha sempre rifiutato l’idea che possa esserci un qualsivoglia argomento tabù su cui esercitare la satira. In queste ore Noi dovremmo usare tutto il fiato che abbiamo per dire: No! non siamo in guerra noi “europei e bianchi” contro gli stranieri che vivono con noi nelle nostre città. Non siamo in guerra contro chi crede in altre religioni. Dovremmo dire siamo in guerra contro ogni violenza, contro ogni fanatismo religioso, contro chi usa la parola di Dio per uccidere altri esseri umani e per giustificare l’ingiustificabile, siamo in guerra contro i nemici della pace e della convivenza civile, contro chi finanzia guerre e terrorismo. Siamo in guerra contro chiunque voglia togliere la libertà a noi e agli altri. Noi stiamo dalle parte della ragione contro la barbarie.
Forse se si vuole vincere questa guerra contro il terrorismo l’Europa si dovrà affidare a quello che ha di più forte, ovvero i suoi valori democratici. Ha ragione la scrittrice Helena Janeczek quando dice che liberté, égalité, fraternité è ancora il motto migliore per vincere la battaglia contro chi vuole impaurirci. Condividiamo le parole di Roberto Saviano: “Charlie Hebdo metteva paura al fondamentalismo. L’ironia smonta il proselitismo islamista più d’ogni artiglieria”. La Redazione di inliberauscita esprime la propria solidarietà e affetto ai familiari dei colleghi francesi così duramente colpiti nel compimento del loro sacrosanto diritto-dovere di informare.
Il direttore Claudio Pelagallo
Il comunicato dell’ordine di giornalisti
Parigi, strage in redazione: 12 morti. Il cordoglio dell’Ordine nazionale dei Giornalisti
Sono dodici le persone uccise nell’attacco contro la redazione parigina di Charlie Hebdo, settimanale satirico francese. Tre uomini armati e incappucciati hanno rivolto i loro Kalashnikov contro giornalisti e vignettisti gridando «Vendicheremo il profeta». Due delle vittime sono poliziotti. Otto i feriti.
Dopo la strage gli assalitori sono riusciti a fuggire, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto.
Tra le vittime ci sono il direttore e vignettista Charb (Stephane Charbonnier) e tre noti vignettisti Cabu, Georges Wolinski, molto famoso anche in Italia, e il suo collega Tignous.
Gli attentatori durante l’attacco hanno gridato “Allah u Akbar”, Dio è grande: lo testimoniano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions.
Il settimanale, già in passato nel mirino dei fondamentalisti islamici per vignette su Maometto, aveva pubblicato stamattina in copertina una caricatura dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo “Sottomissione”, che racconta l’arrivo al potere in Francia di un presidente islamico. Circa un’ora prima dell’attacco, sul profilo Twitter del giornale è apparsa una vignetta caricaturale del leader dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi con gli auguri per il nuovo anno.
L’Ordine nazionale dei Giornalisti è vicino ai colleghi francesi e alle famiglie delle vittime, uccise con l’intento di spegnere le loro voci di libertà. Nessuno si illuda che quanto è avvenuto oggi a Parigi possa influenzare o condizionare l’autonomia professionale dei giornalisti, la libertà di critica e di opinione.