La memoria contro le ideologie di morte

Per non dimenticare

Il 27 gennaio è la giornata della memoria, una ricorrenza riconosciuta dalle Nazioni Unite e celebrata anche in Italia dal 2001 dopo che il parlamento ha votato, nel luglio 2000, la legge per istituire il giorno della memoria. In questo giorno – che coincide con l’arrivo nel gennaio del ’45 delle truppe sovietiche nel campo di Auschwitz – si ricordano le vittime del nazismo, lo sterminio degli ebrei (“Shoah”) e, nello specifico italiano, le responsabilità del fascismo e le leggi razziali del 1938 e il dramma dei deportati nei lager. Nei campi trovarono la morte oltre 3 milioni di ebrei (che tra fucilati e morti nei ghetti diventano circa 6 milioni), 3.300.000 prigionieri di guerra sovietici, 1 milione di oppositori politici: comunisti socialisti, anarchici, liberali. 500.000 zingari Rom, circa 9.000 omosessuali, 2.250 testimoni di Geova oltre a 270.000 disabili. Per questo occorre ricordare, soprattutto in questo momento storico, con la crescente  avanzata, in Europa,  di partiti e gruppi xenofobi e razzisti di ispirazione nazista o fascista, una crescita spesso legata a situazioni socio-economiche disagiate che genera populismo, odio e violenza contro il “diverso”. Noi non dimentichiamo. cp

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi dal libro “Se questo è un uomo”