Le dimissioni di Alessio Chiavetta, il valzer dei dirigenti poco prima e la vicenda del baseball ci dicono quanto a Nettuno più che del governo della città e dell’attuazione dei programmi elettorali si basi tutto su una specie di guerra tra “bande”. Non sappiamo se rientrerà la crisi e a quale prezzo, certo è che l’asse tra il sindaco e Faraone – che Chiavetta ha portato a Nettuno “strappandolo” alla galassia di Tributi Italia che prima controllava la Nettuno servizi – si è rotto e ormai siamo agli stracci che volano. In tutto questo i cittadini capiscono poco, anzi riteniamo che tutto siano fuorché interessati a chi sarà il prossimo candidato sindaco del centro-sinistra e se si voterà o meno. Avevano dato ampia fiducia a Chiavetta, il quale l’ha persa cammin facendo perché non ha voluto, saputo o potuto amministrare. Ce lo spieghi lui cosa è successo, perché siamo passati per un rimpasto ancora oggi da capire, il motivo per cui gli assessori si sono dimessi, poi lui ha lasciato. Spieghi perché del programma è stato fatto… nulla. Il resto è “contorno”, sa di ripicche da bambini, strane alleanze, inutili teatrini. Quello del “Borghese” è emblematico. La città del baseball che non è capace nemmeno di unirsi sul “suo” sport che in passato, invece, metteva d’accordo tutti.
Ad Anzio si parla di dimissioni programmate di Bruschini, ma resta al palo la vicenda porto. Non si fa quello che ha deciso la “Capo d’Anzio” nelle assemblee dei soci, ci si ricorda tre anni dopo di provare a riprendersi le quote dal privato, si parla di un bando che chissà quando vedrà la luce. E la città, anche qui, aspetta…
Basterebbe poco, ai nettunesi come agli anziati, vale a dire buche ricoperte, mense per i bambini accettabili, città pulite, costi dei servizi contenuti anziché in costante aumento. Ma Chiavetta, Bruschini e l’intera politica locale sono in altre faccende affacendati.