La denuncia è partita da Giorgio Giolini, ex dipendente della Gesam, società che gestisce l’appalto rifiuti per il comune di Anzio
Un esposto alla procura della Repubblica, alla Guardia di Finanza, a Carabinieri e Polizia, dove si chiede alle autorità giudiziarie di valutare “l’esistenza del reato di abuso d’ufficio finalizzato al voto di scambio”. A presentarlo è stato Giorgio Giolini, ex dipendente della “Gesam” prima, e delle cooperative “Tutto servizi” e “Progetto Lavoro” poi, dopo il mancato rinnovo, a gennaio 2013, del contratto di lavoro con le società che lavorano per il comune di Anzio nel settore della raccolta rifiuti. Giolini racconta, nell’esposto, di aver lavorato per circa tre anni come operatore ecologico, dapprima con contratto a tempo determinato con la ditta Gesam che gestisce l’appalto rifiuti, poi alle dipendenza delle due cooperative collegate alla Gesam. “Dopo tre anni di lavoro – si legge nell’atto – e senza mai aver ricevuto lettera di richiamo, alla scadenza del mio ultimo contratto in data 8 gennaio 2013 non ho più avuto il rinnovo dello stesso. Come tutti sanno, chi gestiva le assunzioni nell’ambito dei servizi ambientali era l’assessore Patrizio Placidi e il sindaco Luciano Bruschini che, con una semplice telefonata, suggerivano i nomi di chi doveva lavorare nelle due ditte appaltatrici dei rifiuti e alle molte cooperative che lavorano per conto del comune di Anzio. La maggior parte delle persone assunte sono raccomandate dai politici che decidono chi deve lavorare e chi no. Tuttora sono disoccupato e questo non è assolutamente giusto. Non ho mai condiviso il voto di scambio di nessun genere: il voto in cambio di promesse di lavoro, o assunzioni, è quello che deploro di più”. Giolini scrive poi di aver chiesto a Placidi spiegazioni sul mancato rinnovo del suo contratto di lavoro, sentendosi rispondere “chi non mi vota e non sostiene Bruschini come sindaco, è contro di me e non può lavorare”. Dopo aver lasciato una deposizione alla stazione dei Carabinieri di Anzio, Giolini ha presentato l’esposto, sostenendo di “non essere l’unico ad aver subito il ricatto che è sistematicamente imposto a decine di persone di Anzio che hanno dovuto vendere il loro voto per il bene della famiglia”. Sulla vicenda ha aperto un fascicolo la procura della Repubblica di Velletri. A seguito dell’esposto la guardia di Finanza ha avviato una serie di convocazioni per “sommarie informazioni testimoniali”. Placidi sulla questione non rilascia dichiarazioni.