Nettuno- Sputi, botte, urla. La paura viaggia sui binari

La paura viaggia sui binari della Nettuno-Roma. Quello che è accaduto nei giorni scorsi a Milano, dove un capotreno è stato aggredito con un machete da tre ragazzi, porta di nuovo alla luce i problemi legati alla tratta ferroviaria Nettuno-Roma, considerata tra le più infernali d’Italia e le meno sicure. Una di quelle in cui si viaggia in preda alla paura, tra risse quotidiane, scippi, rom che chiedono elemosina, atti vandalici, senza nessun controllo. Per non parlare dei continui ritardi e corse soppresse a seguito dei sistematici furti di rame. Tempo fa proprio a Nettuno era stato aggredito il capotreno e il caso della stazione di Nettuno, terra di nessuno, è stato portato all’attenzione del consiglio regionale. E se i protagonisti del barbaro episodio che ha coinvolto il capotreno di Milano sono dei ragazzi sudamericani, la tratta Nettuno-Roma è nelle mani dei rom. Partono in carovane, dalla stazione di Aprilia, tutte le sante mattine. Tornano a tarda sera, con il treno delle 21, con i soldi ricavati dall’elemosina alla stazione Termini. Una comunità numerosa che tiene in “ostaggio” i passeggeri e i pendolari, costringendoli a viaggiare nella paura. Soprattutto nelle ore meno affollate, sono i nomadi i padroni del convoglio. Sintomatico quanto racconta un pendolare, Marco P. Due sere fa, per accennare a uno dei tanti episodi che si verificano sulla Nettuno-Roma, era di ritorno da Termini con il treno delle 21,36. “Per motivi personali sono spesso costretto a viaggiare con le ultime corse. Venerdì scorso ero sul treno quasi completamente deserto. C’ero io e qualche altro sporadico passeggero. Assieme a noi un gruppo di ragazzini rom. Si erano impossessati del treno, correvano, si sputavano addosso, si menavano tra loro. Gridavano, urlavano. Io assistevo di stucco, sperando che il treno arrivasse il prima possibile a Nettuno. Questo accade tutti i giorni. Ad Aprilia sono scesi, e la situazione si è tranquillizzata. Viviamo e viaggiamo quotidianamente nella paura. E’ un’indecenza. Nessuno è passato a chiedere il biglietto. Devi solo sperare che nessuno ti faccia del male e arrivi sano e salvo a casa. Ho anche pensato di sporgere denuncia alla Polizia, ma tanto non cambierebbe nulla”.