Donne e violenza, ricominciare a vivere si può

Convegno A.I.D.E. contro la violenza sulle donne
“Uscita di Sicurezza” è il titolo del convegno che si è svolto il giorno 11 luglio nella sala convegni del Santuario di Santa Maria Goretti a Nettuno. All’evento hanno partecipato molti esperti del settore, i quali sono riusciti a analizzare il problema della violenza sulle donne, dando utili consigli su come poterla contrastare e su come aiutare soprattutto le donne in difficoltà. L’evento è stato aperto da Domenico Ricciotti, giornalista, scrittore e ricercatore storico in qualità di moderatore. “Buona sera a tutti e grazie per essere qui presenti a questo incontro, malgrado la bella giornata, il caldo e il mare così vicino. Ringrazio, quindi, tutti voi per la vostra gradita presenza. Ringrazio anche i nostri relatori che hanno mostrato tutta la loro disponibilità e la loro sensibilità per il tema della serata. Un sentito ringraziamento anche alle autorità presenti o che hanno comunque assicurato il loro apprezzamento. Il primo aspetto che vorrei approfondire è proprio l’argomento del convegno stesso: Uscita di Sicurezza. Se si valuta opportuno identificare, ovvero lavorare per creare una uscita di sicurezza, in relazione al ruolo di soggetto debole della donna in rapporto con l’uomo, vuol dire che esiste realmente un problema proprio nella relazione uomo – donna. Altro aspetto, legato al concetto di uscita di sicurezza, tema della serata, è proprio il nome dell’associazione AIDE. Questo è l’acronimo che sta per Associazione Indipendente Donne Europee. Ma, legato proprio alle due più diffuse lingue europee parlate nel mondo, l’inglese ed il francese, il termine assume un significato assolutamente esplicativo di questo convegno. In francese AIDE significa aiuto o sostegno. In inglese ha il significato di aiutante e di assistente. Chi opera, appunto, per creare un’uscita di sicurezza non fa altro che dare un aiuto o un sostegno a chi è in difficoltà, e non è altro che un aiutante e un assistente umanitario. Chiudo, ricordando, che noi siamo ospiti del Santuario dedicato a Santa Maria Goretti e qui sono conservati i suoi resti mortali. Una bambina di 12 anni che fu vittima di violenza da parte di un ragazzo. Non a caso, prima, papa Benedetto XVI e, adesso, papa Francesco hanno pensato di indicare la santa bambina come patrona delle donne oggetto di violenza da parte dell’uomo. Fu un omicidio e un vero e proprio atto di pedofilia, ma oggi lo si definirebbe un femminicidio.” Successivamente ha preso la parola il presidente dell’associazione A.I.D.E, Anna Silvia Angelini per introdurre il tema del convegno e le sue finalità. “A conclusione dei lavori di questo convegno, sorgono alcune domande: perché abbiamo organizzato questo evento? Cosa abbiamo capito stando a contatto diretto con le donne? Quali sono i bisogni pratici delle donne che vengono a chiedere aiuto alla nostra associazione? Stando a contatto diretto con queste persone bisognose, è emerso che queste donne hanno la necessità, in primo luogo, di riacquistare l’autostima distrutta dal rapporto violento con il proprio
marito o compagno attraverso una vera e propria violenza psicologica da parte del carnefice; purtroppo, nella maggior parte dei casi, queste donne non riescono a lasciare il proprio partner a causa delle varie dinamiche di coppia, vivendo una relazione di dipendenza affettiva, e non solo, con il carnefice. Tutte queste donne hanno bisogno di essere prese per mano ed aiutate, indirizzate verso la strada giusta. Il convegno è stato organizzato per sensibilizzare al problema della violenza sulle donne, nonostante tutti gli sforzi fatti fino ad esso da parte di migliaia di associazioni in tutto il mondo, per contrastare questo problema. Ma allora come mai le donne continuano a morire? Ogni qualvolta che si presenta una donna che ha deciso di denunciare il proprio partner, il primo aiuto che forniamo è l’ascolto e la messa in sicurezza, successivamente si passa alla tutela dei figli. Molte volte da noi sono venute donne a raccontare la loro storia, intrappolate in un rapporto violento perché non sapevano dove andare, restando, di conseguenza, alla mercé di chi poteva in ogni momento porre fine alla loro vita. Ascoltando queste storie abbiamo capito che nel momento in cui la donna vuole separarsi dal compagno non denuncia perché non sa dove andare, da qui l’importanza delle case a indirizzo protetto.” Successivamente ha preso la parola l’ambasciatore Dr. H.E.H.C Andrea Tasciotti del World Academy Of Human Sciences, Ambasciata onoraria di Santo Domingo per i rapporti con l’Europa e Latino American Diplomatic Mission for International Relations, il quale ha trattato dell’iniziativa internazionale dei 100 giorni contro la violenza sulle Donne. Successivamente, si sono susseguiti gli interventi dei vari esperti del settore che hanno affrontato il tema della violenza sulle donne da più punti di vista; uno dei più importanti non poteva che essere la tutela legale della donna, grazie all’intervento dell’avvocato penalista Loredana Di Luca, esperta nel settore. Inoltre, fondamentali sono state alcune testimonianze dirette di donne che sono riuscite ad uscire dal tunnel della violenza dei propri mariti o compagni e che oggi sono finalmente felici. Infine, durante il convegno, la scrittrice Anna Maria Scampone ha presentato il proprio libro “Di Donne e Di Coltelli.”