Riuniti, il sopralluogo di Santori in ospedale e il personale al collasso

E’ arrivato poco prima delle dieci il consigliere regionale Fabrizio Santori – componente della Commissione Sanità – ad Anzio stamattina per una visita ispettiva all’interno degli ospedali Riuniti. Ad accompagnare il consigliere tra il Pronto Soccorso e i reparti che soffrono maggiormente la carenza di personale, gli esponenti di Noi con Salvini, Sovranità e Città Futura, che hanno chiesto a Santori un intervento in Regione per fronteggiare l’emergenza sanitaria sul territorio. Il problema è solo uno, ha detto il direttore sanitario del polo H4 che è arrivato poco dopo: l’insufficienza di personale. E’ questo il motivo che ha portato alla chiusura, dopo un primo tentativo di accorpamento, dei reparti di Chirurgia e Ortopedia, a causa dell’impossibilità di gestire adeguatamente il servizio. “I tempi sono ristretti e l’emergenza non può attendere”, ha detto il consigliere Santori, che ha garantito un’interrogazione immediata in Regione, oltre a farsi promotore di una petizione cittadina propedeutica ad un esposto alla Procura della Repubblica in cui denunciare la sanità regionale. Il problema più impellente, relativo alla carenza di personale che vuoi per malattia vuoi per ferie si sta assentando, riguarda l’insufficienza di infermieri e operatori sociosanitari, come ha spiegato il direttore sanitario rivolgendosi a Santori. “La Sanità regionale è commissariata dal 2006, si stanno facendo delle deroghe ma il processo è lento e qui c’è bisogno di rinforzi continui. Quest’anno c’è bisogno soprattutto a ginecologia e pediatria. Proprio ieri è arrivato un nuovo ginecologo e nei prossimi giorni arriverà un pediatra. Per sopravvivere nel polo H4 sono necessari 13 infermieri e 8 operatori sociosanitari. Abbiamo provveduto ad accorpare i reparti solo perché d’estate le attività operatorie diminuiscono e volevamo ridurre al minimo i disagi del territorio. La nostra è un’azienda che ha perso 600 dipendenti in sei anni. Qui servirebbe una rotazione e un’integrazione continua. Noi facciamo il possibile per convivere con tutto questo”.