Il Pronto Soccorso di Anzio “scoppia”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera della Federazione Sindacati Indipendenti
Siamo alle solite nella sanità laziale, i Pronto Soccorso scoppiano. E’ questo il caso del Pronto soccorso dell’ospedale di Anzio, dove abbiamo constatato che gli operatori stanno vivendo, come negli anni passati, una insostenibile situazione di disagio. La carenza cronica di personale, soprattutto del ruolo infermieristico e degli operatori socio sanitari, l’aumento in maniera esponenziale della popolazione, derivante dal fatto che il P.S. di Anzio garantisce territorialmente un ampio e articolato bacino di utenza, triplicato nei mesi estivi, considerato che copre tutto il litorale a sud di Roma, non permette ai dipendenti che lavorano nel dipartimento di Emergenza di lavorare serenamente, poiché gli stessi vivono continuamente una situazione di disagio psico-fisico con grave pericolo di stress correlato. Il sacrificio, la professionalità degli operatori, il senso d’appartenenza all’organizzazione aziendale, hanno fino adesso permesso di fornire, in ogni caso, un servizio di alta qualità assistenziale. Ma questo non può durare all’infinito e il servizio sanitario non può ricadere solo sulle spalle dei lavoratori, che devono affrontare non solo i disagi, ma anche le lamentele dell’utenza, che sfociano sovente, per l’esasperazione, anche in atti minacciosi e lesivi dell’integrità fisica degli stessi dipendenti.

Non capiamo per quale motivo questi problemi non vengono affrontati in maniera tempestiva, ogni inizio dell’anno solare, approntando un piano articolato e una programmazione d’interventi dedicati all’emergenza estiva e all’acquisizione di personale, chiedendo deroghe alla regione per assumere le unità necessarie.
Non possono bastare il recupero di poche unità di personale che escono fuori dai relativi accorpamenti dei reparti.
I piani operativi Regionali, che vorrebbero rideterminare il potenziamento dell’assistenza territoriale, in tutte le sue variegate forme, unico e possibile filtro per non intasare i Pronto Soccorso e limitare i ricoveri (Associazioni Funzionali territoriali, Unità Complesse di Cure Primarie, Case della Salute ecc…), ancora una volta non hanno dato risposte concrete, non essendoci certezze sui tempi di attuazione dei relativi progetti, senza tener conto delle indispensabili e necessarie risorse economiche da destinare alle strutture e il reclutamento del personale necessario.
Ma d’altro canto ci sono sempre le robuste spalle degli infermieri, dei medici e di tutte le altre figure professionali, che stanno in prima linea per garantire un servizio adeguato.

F.S.I.
Federazione Sindacati Indipendenti
Il Coordinatore Regionale Comparto Sanità
Giovanni Ronchi