Rispetto al 2014, nel primo semestre dell’anno in corso il numero dei voucher acquistati per l’espletamento di attività di lavoro accessorio ha registrato un incremento del 75%.
Si tratta di una crescita esponenziale che, certamente, va attribuita alle misure introdotte dal Jobs Act, con le quali il ricorso a questa tipologia contrattuale è stato svincolato dalla natura delle prestazioni svolte dal lavoratore.
Il decreto di riordino delle fattispecie contrattuali, infatti, oltre ad aver esteso fino a 7mila euro il tetto massimo dei compensi pagati con i voucher alla stessa persona, ammette ora la possibilità di ricorrere al lavoro accessorio anche per l’esecuzione di attività normalmente riconducibili nell’alveo della subordinazione.
I dati evidenziati in premessa, pur confermando l’appeal del “sistema voucher”, lasciano presagire che lo strumento in commento possa sfociare in una nuova frontiera del precariato. Basti pensare che nelle Regioni del Sud, endemicamente in crisi sul fronte dell’impiego stabile, la vendita dei ticket è aumentata dell’85%.
Dott. Valerio Pollastrini
Consulente del Lavoro
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