Per interessi personali, economici ed elettorali si è permesso di costruire in barba ai vincoli e al buon senso, questo è il risultato!
di Claudio Pelagallo
L’autunno è arrivato e il primo nubifragio ha fatto registrare danni ingenti alle persone e alle cose. Le immagini pubblicate rendono bene l’idea di quanto accaduto ieri pomeriggio. Quello che succede nei comuni del litorale, in special modo ad Anzio e Nettuno, con strade che in pochi minuti si trasformano in torrenti in piena, interi quartieri sott’acqua, abitazioni ed attività danneggiate, ripropone con drammaticità il tema del dissesto idrogeologico e la mancata cura del territorio. Le prime violente piogge autunnali hanno riproposto con forza il tema della cura dell’ambiente, di un territorio devastato dalla cementificazione di ogni spazio urbano e delle campagne, anche di fossi, scoline e fiumi, dove non si poteva costruire. Ma dove, per interessi personali, economici ed elettorali si è permesso di costruire in barba ai vincoli e al buon senso. Ora in molti si meravigliano di quanto avviene, ma quanto avviene è solo il risultato dell’azione dell’uomo. Nel paese Italia, in questi anni si è costruito selvaggiamente, non si è fatta nessuna opera di manutenzione e prevenzione. E ora ci ritroviamo oltre 6.600 comuni, l’80% del totale, 6400 edifici scolastici e 550 strutture ospedaliere a rischio idrogeologico. Milioni di persone in pericolo per aver lasciato che si costruisse senza regole. Anzio e Nettuno scontano decenni di politiche aggressive contro l’ambiente, fossi intubati, argini ristretti, milioni di metri cubi di cemento e asfalto che hanno impermeabilizzato il suolo, il risultato è che il territorio reso sempre più fragile non sopporta le sempre più violente precipitazioni dovute, tra l’altro, ai cambiamenti climatici, mentre i governi si guardano bene dal contrastare il riscaldamento globale del pianeta con taglio delle emissioni di CO2.
Io credo che in un paese normale questi temi dovrebbero essere oggetto di discussione, per il bene delle comunità, nelle scelte dei governi locali e nazionali. Scelte che dovrebbero marcare il discrimine tra chi ha a cuore l’ambiente e l’interesse generale e chi al contrario risponde alle lobby dei costruttori senza scrupoli. Perché si sa nulla avviene per caso e le scelte sbagliate si pagano.