Con il voto favorevole della maggioranza di centrodestra (PDL, UDC, Lista Bruschini e La Destra) e quello contrario dell’opposizione (PD e FLI) il Consiglio Comunale di Anzio ha approvato la delibera sull’applicazione del Piano Casa (Disposizioni relative alla Legge Regionale n.21/2009 modificata ed integrata dalla Legge Regionale n. 10/2011 e n.12/2011) che consentirà ai cittadini di ampliare le loro unità immobiliari su gran parte del territorio. “Con la delibera di ieri – dice il Sindaco, Luciano Bruschini – abbiamo precluso l’applicazione del piano casa ad Anzio centro, lungo la fascia costiera ed aree limitrofe in modo da tutelare la valenza paesaggistica, agli edifici e complessi edilizi realizzati o in corso di realizzazione in aree classificate come comparti C di espansione ed ai palazzi storici del territorio. Inoltre, nella delibera, abbiamo precluso cambi di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale per gli immobili situati in zone industriali ed agricole. Ringrazio il neo Assessore Attoni per l’ottimo lavoro svolto ed i diciassette Consiglieri Comunali della maggioranza che, con l’approvazione della delibera, hanno dato un importante contributo alla salvaguardia del nostro territorio”. Rispetto all’approvazione della delibera che riduce e razionalizza l’impatto urbanistico del piano casa sul territorio anziate importante è stato l’operato del nuovo Assessore all’Edilizia, Sebastiano Attoni che afferma: “Con l’atto approvato ieri dal Consiglio Comunale abbiamo voluto seguire la filosofia con la quale il piano casa era stato concepito ossia consentire a tante famiglie, che vivono in spazi limitati, di ricavare una stanza ed i metri quadri necessari per ampliare la propria abitazione secondo la legge ; allo stesso tempo ci siamo preoccupati di tutelare le aree di pregio del nostro territorio ponendo delle limitazioni all’impatto del piano casa. Appena ricevuta la delega dal Sindaco Bruschini il mio primo atto è stato quello di incontrare tutte le forze politiche, cercando di andare incontro a tutte le varie proposte, per tentare di approvare un atto condiviso dall’intero Consiglio Comunale. Sono dispiaciuto per il voto contrario dell’opposizione ma ci tengo a ringraziare la maggioranza e tutti tecnici degli Uffici Comunali che, sin dal primo giorno del mio insediamento, hanno dato prova di grande professionalità e disponibilità”.
Contrari i consiglieri del Partito Democratico questa la dichiarazione di voto: “Il percorso di definizione della delibera ha recepito parte rilevante dei suggerimenti dell’opposizione, sono state eliminate limitazioni ingiustificate e soprattutto si prende favorevolmente atto della volontà di associare all’esclusione dell’applicazione del piano caso su porzioni sensibili del territorio, quali la fascia del litorale ed il centro storico, la determinazione ad avviare l’iter per la predisposizione di specifici piani urbanistici di recupero di questi ambiti nonché della condivisa volontà di escludere gli interventi previsti dall’art. 3 ter della legge in argomento che rappresentano una vera minaccia per il territorio. Tuttavia nella delibera permangono prescrizioni non condivisibili e soprattutto gravi vizi che ne pregiudicano la legittimità e che possono di fatto renderla inefficace con grave danno per la collettività. In particolare:- l’art. 2 della legge in argomento prevede per le amministrazioni comunali la possibilità, a fronte di precise e circostanziate ragioni, di definire ambiti in cui escludere l’applicabilità della legge stessa ma non la possibilità di stabilire in modo generalizzato su tutto il territorio la sua inapplicabilità per ragioni generiche. La delibera in votazione prevede appunto l’esclusione dell’art. 3 ter su tutto il territorio motivata esclusivamente con l’esistenza di un piano regolatore di recente approvazione e con il pregiudizio dei relativi standard; circostanza questa ampiamente prevista dalla norma nata espressamente per consentire interventi in deroga ai piani regolatori. La debolezza delle motivazioni addotte e l’assenza di una definizione di ambiti d’esclusione espongono la delibera al sicuro rischio di impugnazione, alla sua conseguente inefficacia e, qualora innescasse contenziosi di durata superiore al periodo di vigenza del piano casa, introduce anche la possibilità di richieste di risarcimento da eventuali parti lese e conseguente grave danno erariale. Per l’esclusione dell’art. 3 ter, peraltro condiviso unanimemente da tutte le parti politiche, si richiede che vengano definiti degli ambiti, cosa certamente non impossibile, e che si espongano con efficacia le ragioni d’ordine architettonico ed urbanistico per le quali impedire interventi massivi in un tessuto edilizio estensivo come quello dei quartieri di Anzio; – la delibera prescrive l’inapplicabilità totale della legge sulla fascia costiera per ovvie e condivisibili ragioni d’ordine ambientale ma contestualmente ammette genericamente una deroga per le sole strutture turistico-ricettive. Ancora una volta non si individuano in modo preciso ne gli ambiti ne le motivazioni storiche, architettoniche ed urbanistiche che supportano le scelte compiute. Anche in questo caso si delinea un profilo di illegittimità dell’atto che qualora contestato farà decadere il tentativo di tutela della fascia costiera. Si deve inoltre osservare che le non meglio definite strutture turistico-ricettive costituiscono parte rilevante se non maggioritaria delle cubature attualmente esistenti sul litorale e che un loro eventuale ampliamento mediante superfetazioni ed aggiunte posticce costituisce certamente un danno esplicitamente ammesso dalla delibera. Per tutte le ragioni esposte il Partito Democratico esprime voto contrario alla delibera in oggetto ed auspica che l’amministrazione voglia debitamente considerare le osservazioni mosse e procedere, entro i termini previsti dalla norma, ad una rettifica dell’atto“.