“Giovani sempre più frustrati e demotivati. La città decadente”

Lettere, riceviamo e pubblichiamo
11856491_999851013381445_9164636818305477183_o“La storia dell´Italia è segnata da grandi imprese, iniziative in tutti i campi, dall´istruzione alla tecnologia, dalla scienza alla tecnica tra loro integrate, dall´arte alla ricerca che sappiamo essere il fondamento del patrimonio culturale del nostro Paese. Ma la Cultura è costruita dai Cittadini-Persone, che abitano paesi e città, per mezzo della loro libera espressione. Avere la volontà di unirsi, rispettarsi, partecipare e, perché no, divertirsi con dignità genera il senso civico quale valore primario per lo sviluppo sociale. Il titolo di questo intervento si propone di evidenziare che lo Sviluppo Sociale, quale risultato in una società civile, mette in risalto tutti, nessuno escluso.

I giovani oggi ad Anzio costituiscono “IL” patrimonio al quale occorre dare la possibilità di liberarsi dai pregiudizi e dalle frustrazioni che l´attuale contesto locale sta infondendo nelle loro menti.
Chi legge si chiederà “ma quali sono questi giovani?” Sono tutti! Sono i giovani nati ad Anzio da genitori italiani e non italiani, sono i giovani immigrati con genitori stranieri, sono i giovani trasferitisi qui da altre città italiane; appartengono a tutte le fasce di età e si sono stabilizzati in questo Comune.

Allora ci sembra giusto ed opportuno andare a capire da dove viene la demotivazione che i ragazzi e le ragazze raccontano nelle nostre case, quanta consapevolezza c´è nei loro occhi quando ne parlano, quali sono le loro frustrazioni.
Di sicuro registriamo la carenza di lavoro, lo sfruttamento di chi volenteroso vuole lavorare e si avvicina ad attività sul territorio nell´intento di fare esperienza e guadagnare qualcosa per sé e la famiglia, la mancanza di iniziative specifiche per i giovani e soprattutto le difficoltà che si frappongono alla realizzazione di progetti a loro dedicati.
Tutto ciò accade regolarmente e la colpa viene data quasi sempre alla carenza di risorse economiche che appaiono invece mal programmate e non adeguatamente distribuite.
Se vogliamo parlare “alla pancia” diciamo che la soluzione arriva quando la coscienza chiama. Ma se vogliamo invece costruire un ponte per passare da un contesto così decaduto a uno in cui dare fiducia a questi ragazzi e ragazze dobbiamo dare loro l´opportunità di esprimersi e di creare, di progettare il proprio futuro senza imporre che quel che faranno debba essere necessariamente dedicato a questa città di Anzio, perché basteranno le loro libere scelte a determinare la dignità di una città.
Il detto “i giovani sono il nostro futuro” non avrà senso fino a quando saranno proprio le generazioni passate a fermare il processo di sviluppo delle nuove”.

AnziOdiva – sezione Welfare e Società

in occasione del 25 aprile 2016