Condotte nascoste sotto la sabbia ed allacci abusivi. A questo fa riferimento la denuncia/querela contro ignoti inviata al Corpo di Polizia Locale Ambientale, Demanio e Patrimonio da un cittadino di Nettuno per danno ambientale sulle spiagge demaniali in zona Cretarossa. Danno provocato, come si legge nel documento, “da pericolosi ed inequivocabili scarichi di acque nere innestati in maniera abusiva e riversanti, in modo palese, nelle condotte deputate al decorso delle acque chiare”. La località incriminata è quella di Cretarossa, nel tratto di arenile tra via Eolo e via Doria, “dove sono presenti quattro pozzetti per la raccolta di acque meteoriche”.
“Collocati in prossimità degli appartamenti di mia proprietà e sull’arenile prospiciente – si legge nel documento allegato alla denuncia, con il quale si diffida il Commissario ad eseguire lavori urgenti sulle condotte fognarie in località Scacciapensieri – esistono dei pozzetti di ispezione appartenenti ad una condotta realizzata per lo smaltimento esclusivo delle acque chiare, che sfocia direttamente in mare. Da un attento esame di tutti i pozzetti ispezionabili, eccezione fatta per quelli ancora sigillati e volutamente resi inaccessibili da qualcuno, ho potuto vedere che non si tratta solo di acque chiare. Nella condotta, si vede in maniera equivocabile la presenza di materiale fecale che va a sversarsi direttamente in mare”.
La scorsa estate, lo ricordiamo, per quel tratto di mare il Comune di Nettuno aveva emanato un’ordinanza di divieto di balneazione, ed erano stati registrati diversi casi di ricoveri in ospedale per dissenteria ed infezioni epidermiche.
“Nonostante sia trascorso oltre un anno, ad oggi le incriminate condotte continuano a sversare escrementi organici in acque balneabili. Ad oggi – scrive ancora il denunciante – nessuno ha ancora provveduto ad eseguire le indagini necessarie volte all’individuazione e alla risoluzione del problema, sena iniziare mai nessun tipo di indagine preliminare. Una situazione di reale pericolo per la salute pubblica che peraltro sta comportando una svalutazione economica di tutti gli immobili che si trovano sul tratto di mare incriminato”.
Uno dei quattro pozzetti, è scritto nella denuncia, “risulta sigillato da anni. Preciso che nonostante ripetute richieste di apertura e verifica del pozzetto in questione, lo stesso non è mai stato oggetto di indagine da parte di personale tecnico di Acqualatina né da quello dell’Ufficio Lavori Pubblici. Da informazioni confidenziali posso riferire che la chiusura del pozzetto è avvenuta alla presenza di personale tecnico di Acqualatina e dell’Ufficio Lavori Pubblici del Comune di Nettuno”.
E’ stata inviata anche al Prefetto di Roma la diffida al Commissario prefettizio di Nettuno ad adottare tutti gli opportuni provvedimenti “volti all’individuazione e all’eliminazione delle condotte nascoste sotto la sabbia e che si allacciano abusivamente ed illegalmente nei collettori posti sull’arenile demaniale”.