Storia del declino del Centro Diurno Disabili, la denuncia di un familare

Pubblichiamo la lettera del familiare di un disabile che denuncia il grave caos in cui versa il Centro Diurno Disabili Adulti di Villa Albani. Il disinteresse dei Comuni di Nettuno, Anzio e la ASL

disabili“Storia del Declino del centro diurno “La Girandola” Dal 2003 al settembre 2012 esisteva un Oasi di pace per i ragazzi disabili , totalmente comunale (Anzio e Nettuno erano i comuni che la gestivano) sita in Via di Casal di Claudia ad Anzio. La chiamo Oasi perché lo era, li i ragazzi disabili avevano tutta la libertà di movimento e la tranquillità che loro spetta senza correre rischi, potevano essere assistiti e intraprendere in processo curativo mediante la terapia occupazionale e lavorare sulla loro autosufficienza (per quanto possibile), erano assistiti da operatori OSS molto qualificati e bravi perché svolgevano il loro compito con passione e dedizione. Avevano a disposizione un pulmino, messo dalla cooperativa che aveva vinto l’appalto, con il quale potevano organizzare uscite e piccole gite per far si che i ragazzi potessero rimanere inseriti nella società e interagire con la gente e con il territorio, faccio alcuni esempi: prendere un gelato in piazza , fare delle belle sbraciate al laghetto granieri, visitare lo Zoomarine, visitare musei mercati e negozi e tante altre cose . Poi nel 2011 qualche politicante da strapazzo ha deciso che questo centro, che poteva essere un vanto e un motivo di orgoglio per i comuni , non doveva più esistere con la motivazione di un non ben specificato risparmio economico, visto che il centro era totalmente finanziato dai piani di zona della regione non vedo quali spese avesse il comune. E da lì inizia la nostra battaglia per far si che ciò non accada , con tanto di interrogazioni comunali, diffide ai sindaci dei rispettivi comuni per far si che ciò non avvenga.

Ma nonostante le nostre proteste nel settembre 2012 i ragazzi vengono trasferiti nella cosiddetta “nuova” sede sita nel Presidio ospedaliero di Villa Albani di Anzio. Sede che oltre a non rispettare i requisiti della legge regionale 41/2003 non è in grado di garantire gli stessi standard di sicurezza e affidabilità della sede di Via Casal di Claudia. Nel febbraio 2013 dopo il danno la beffa, i comuni in accordo con la ASL decidono di ridurre ulteriormente il personale OSS dimezzando le ore e ovviamente diminuendo la spesa d’appalto , ed affiancando a il personale OSS degli infermieri della ASL che oltre ad non avere le qualità e le specializzazioni necessarie a gestire le patologie dei nostri ragazzi sono tutti con il minor aggravio, quindi sono a tutti gli effetti dei disabili. Da subito ci accorgiamo che le maestranze messe a disposizione dalla ASL non sono in grado di svolgere i loro compiti e che hanno comportamenti violenti tra di loro (litigandosi ossi di pollo) e verso i disabili stessi (a nulla sono valse le varie denunce da parte degli operatori OSS della KCS di questi comportamenti e ci accorgiamo anche che un Dipendente della Asl aveva strane attenzioni nei confronti di una disabile. Ma nonostante la gravità del problema né la ASL né i Comuni non fanno nulla. Quindi ci siamo visti costretti ad adire alle Autorità Giudiziaria.

Oltre a questo gli infermieri ASL non hanno la professionalità per gestire la situazione , si addormentano sui tavoli anziché monitorare le persone a loro affidate, prendono il sole infischiandosene di cosa fanno i ragazzi, e tanti altri episodi di ostruzionismo nei confronti del personale OSS della cooperativa. In tutto questo caos quelli chi ne hanno risentito di più sono i ragazzi in cura, tanto che mio fratello ha dovuto cominciare a prendere degli psicofarmaci (dei quali non aveva MAI avuto bisogno) che di anno in anno le dosi si raddoppiano. Oltre a questo hanno perso la loro Libertà e Dignità, non possono più fare uscite , passeggiate e gite di alcun genere. La loro unica attività è quella di alzarsi e sedersi su una sedia. In tutto questo chi ne sta pagando le conseguenze sono i più deboli e indifesi che ormai sono costretti a una vita senza Dignità e Umanità e passano le loro giornate in una stanza piccola dove la loro unica attività è quella di alzarsi e risedersi su una sedia relegati in una misera stanzetta.

Oggi ( 1° giugno ndr) l’ennesima beffa al cambio della cooperativa ci aspettavamo di trovare gli stessi operatori che da 13 anni curano i nostri Familiari , invece no la nuova cooperativa non solo si è presentata in ritardo ma anche con operatori nuovi dicendo che non era stato possibile assumerli perché il comune e la cooperativa uscente non si sono mossi per tempo , cosa che non è chiara perché le altre parti sostengono il contrario. Io non lascerò mio fratello in balia di sconosciuti per quanto bravi possano essere questo non è un comportamento atto a garantire la dignità dei disabili, ma tanto che gli frega alle amministrazioni non portano ne voti ne soldi. Questa storia da come avete capito va avanti da anni e non si trova via d’uscita, noi l’avevamo fatta una proposta anche pagando di tasca nostra alcune spese, ma alle istituzioni evidentemente non interessa il benessere dei più deboli.

Ci tengo a precisare che tutti i fatti presenti in questo scritto sono documentati e testimoniati dai documenti che sono in mio possesso”.

Fabio Forcina