Anzio e Nettuno laboratorio criminale. Dati e rapporti nel convegno sulla legalità

13654315_10209463275048146_2771227328563406861_nAnzio, Nettuno e la provincia di Roma laboratorio della criminalità. E’ un quadro pieno di ombre quello emerso dal convegno promosso dal Comitato Unitario per la Legalità di Anzio. In tanti giovedì scorso – cittadini ma anche forze dell’ordine – si sono ritrovati nell’aula consiliare di Villa Sarsina per assistere all’incontro su “Legalità e territorio” che, oltre a rappresentare un momento di riflessione sul litorale laziale, ha dipinto una situazione preoccupante, a partire dalla presenza accertata di cellule dei casalesi e della ‘ndagheta ad Anzio e Nettuno.

All’appuntamento, moderato dalla giornalista Angela Iantosca, hanno preso parte anche Giampiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio regionale sulla criminalità, e per il comitato che ha organizzato l’iniziativa Benedetto Paris, Giovanni Del Giaccio, Alessandro Dino ed Enzo Toselli. Presenti in sala, fra gli altri, il dirigente del commissariato di Anzio Anton Giulio Cassandra e il comandante della compagnia carabinieri di Anzio, Ugo Floccher.
Ad aprire i lavori Benedetto Paris, responsabile delle Politiche della legalità, che ha annunciato “interventi con Sos impresa per aiutare chi fa economia legalmente e viene sopraffatto da chi non rispetta le regole. Le risorse economiche di provenienze illecita costituiscono l’inquinamento più grande che blocca lo sviluppo delle aziende e delle attività commerciali. Qui assistiamo ad un inquinamento della nostra quotidianità”.

Un saluto anche dal consigliere comunale di Nettuno Giacomo Menghini: “Il nostro è un territorio particolarmente permeabile a fenomeni di criminalità organizzata. Le cronache recenti purtroppo vedono spesso personaggi locali coinvolti in episodi di criminalità, con trame che destano una certa preoccupazione, come quelle legate al voto di scambio. Forze dell’ordine e istituzioni devono stare unite”.

E’ intervenuto poi Enrico Caciotti, da Ardea: “Fare politica in questi territori significa fare i conti con l’illegalità. E’più comodo avvicinarsi al sistema corruttivo, cedere alle lusinghe, perché c’è una parte delle istituzioni che non fa il proprio lavoro. Servono risposte chiare e forti dalle autorità”.

ListenerHa preso la parola il giornalista del Messaggero Giovanni Del Giaccio. “Nelle diverse indagini che riguardano il Comune esistono stessi personaggi e modalità per voto di scambio, abuso d’ufficio e corruzione. Con l’avvento delle cooperativa assistiamo a una sorta di Anzio Capitale e non lo cito a caso. Nelle intercettazioni di Mafia capitale, sistema basato su questa cooperazione, Buzzi dice di aver buttato 150.000 euro ad Anzio, spero che si stia indagando su dove e perché. Qui abbiamo fatto mettere il vestito bello alla delinquenza locale, avvicinata dalla camorra o da chi si spaccia per esserne affiliato, è stata usata per avere voti o se non altro – lo dicono le indagini – per favorire i soci elettori di…. Se poi si fa un’estorsione perché i soldi finiscano alla moglie di un boss detenuto, siamo arrivati alla fine. Al di là delle responsabilità penali sono le modalità che non vanno bene, unite all’intolleranza e alle minacce verso chiunque dissenta. C’è un clima esasperato, di intimidazioni, di minacce, di intolleranza. Questa battaglia si vince solo stando uniti, non facendo questioni di lana caprina su chi ha organizzato l’incontro di oggi. Infine la sicurezza percepita, ai minimi termini, spero di essere smentito ma abbiamo una sola auto di polizia e carabinieri per turno a presidiare il territorio”.

Un contributo è arrivato anche da Alessandro Dino, esponente dell’associazione Anzio Diva, che ha sottolineato come “l’apporto di associazioni di cittadini” può essere “di aiuto e stimolo a chi svolge attività politica, studiando gli atti, segnalando i disservizi, dando indicazioni. Qui esiste un problema serio di trasparenza che noi denunciamo da tempo ed è irrisolto”.

E’ stata la volta di Enzo Toselli: “La politica ha un ruolo, che è quello di prevenire l’illegalità e creare le condizioni economiche, sociali, culturali affinché si impedisca il propagare dell’illegalità, che quando si propaga diventa negazione della democrazia. Quando leggiamo di Kappler arrestato, lo stesso che era a Nettuno ai tempi dello scioglimento del consiglio, significa che l’illegalità ha preso il sopravvento. La politica deve dare una risposta, aumentare gli spazi di partecipazione dei cittadini, accrescere la cultura della legalità che è l’unico anticorpo a ciò che vediamo, perché ci si è come assuefatti al favore al posto del diritto, si è messo in piedi un sistema di potere che ha nulla a che fare con la politica, per la quale la precondizione   è proprio la legalità assoluta”

Del rapporto “Mafie nel Lazio” uscito la scorsa settimana ha parlato Giampiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio regionale sulla criminalità: “Uno strumento utile alla conoscenza di un fenomeno che non va sottovalutato. Nel Lazio ci sono 92 organizzazioni criminali, un numero in aumento rispetto al 2015, in cui erano stati censiti 88 gruppi. Nella provincia e nella città di Roma, operano circa 70 clan, 23 invece sono le organizzazioni dedite al narcotraffico. La provincia di Roma è un laboratorio criminale. Abbiamo una forte presenza di organizzazioni criminali autoctone, dedite in particolar modo al narcotraffico. Ad Anzio-Nettuno è acclarata da sentenze la presenza di una locale di ‘ndrangheta – la prima riconosciuta nel Lazio – e di una cellula dei Casalesi. Non è negando queste presenze, sempre più discrete e con metodi accattivanti, che si risolvono i problemi. Bisogna fare i conti con la presenza di mafie nel Lazio e la grande quantità di denaro liquido di cui dispongono. Siamo la seconda regione d’Italia per bonifici bancari verso paradisi fiscali e vantiamo un primato anche per numero di sequestri e confische. In provincia di Roma sono stati sequestrati 800 beni immobili, e confiscati 1200”

E’ intervenuto, concludendo, il senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in commissione antimafia, secondo il quale ad Anzio ci sono tutti gli elementi per una commissione d’accesso.