Polvere e desolazione. Quel che resta di Amatrice ce lo racconta, dopo aver guardato con i suoi occhi, Mara Folco, de “La Voce di Falasche onlus”, che nei giorni scorsi ha fatto visita ad Amatrice per scaricare la prima raccolta di alimenti. Non è l’unico viaggio in programma, per l’associazione, nello splendido borgo d’Italia devastato dal sisma pochi giorni fa. Ce ne sarà un altro, sabato prossimo e sono davvero tanti i gruppi e le associazioni del territorio che hanno teso una mano alle popolazioni colpite dal sisma. “La situazione ad Amatrice è desolante – racconta Mara – si respira solo polvere. Però ho visto tanta gente al lavoro per queste persone distrutte dal terremoto. Forze dell’ordine, volontari, tanta tanta solidarietà”.
Tre furgoni, un camion di viveri e generi di prima necessità. Sono partiti in 11, da Falasche sabato scorso, in soccorso dei terremotati.
“Per entrare nel paese ci abbiamo messo quattro ore, tutte le strade erano bloccate, le stavano aggiustando. Noi avevamo il permesso della protezione civile di Anzio, firmato dal comando della polizia locale, poiché siamo in contatto con il comandante della polizia locale di Amatrice e dovevamo entrare nel centro del paese. Gli abitanti sono divisi in vari campi. Al centro ci sono dei giardinetti dove sono collocate tutte le tende delle forze di soccorso, alle spalle del comune provvisorio dove si trova il centro operativo. Il paese non c’è praticamente più. Giri x le strade e senti solo silenzio. E’ una sensazione terribile, ti guardi intorno e quel poco che è rimasto è fatto di panni stesi, di materassi, di bambole tra le macerie. Pezzi di vita quotidiana rimasti fermi a quei terribili minuti. Si respira solo polvere. Poi però ti avvicini al palazzetto dello sport e al campo della protezione civile che si trova a fianco. C’è una fila lunghissima di gente in attesa di prendere la cena. Tutti in silenzio, con tanta pazienza e la desolazione negli occhi. Si vive il caos, ma è una sorta di caos calmo. Con la nostra associazione siamo stati anche al terremoto de l’Aquila, ma ogni volta è un’esperienza terrificante”.