Anzio-Nettuno nell’atlante delle linee ferroviarie dismesse

nettuno4Un Atlante delle linee ferroviarie dismesse raccolte in un unico volume per illustrare il valore culturale, storico, architettonico e paesaggistico di linee e fabbricati non più utilizzati per l’esercizio ferroviario.

La 20esima edizione di Ecomondo, la fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile (Rimini Fiera, 8-11 novembre 2016), è stata l’appuntamento scelto da Ferrovie dello Stato Italiane e Rete Ferroviaria Italiana per presentare l’Atlante delle linee dismesse.

La pubblicazione è stata consegnata da Claudia Cattani, presidente di RFI, a Stefano Zunarelli, Struttura tecnica di missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Insieme all’Atlante, Lorenzo Radice, responsabile delle Politiche ambientali del Gruppo FS Italiane, ha presentato anche il Rapporto di Sostenibilità 2015 del Gruppo.

L’Atlante raccoglie più di 120 schede dettagliate – dati tecnici e storici, fotografie e posizione geografica delle ex linee, oltre a qualche accenno ai contesti circostanti per comprendere le potenzialità e i possibili benefici – relative a circa 1.500 km di linee ferroviarie, lungo le quali sono collocate più di 400 stazioni e migliaia di fabbricati.

atlanteC’è anche Anzio-Nettuno tra le tratte dismesse per variante. “Dei complessivi 3 km della variante di tracciato, sulla linea di appartenenza Campoleone-Nettuno, rimane circa 1 km che insiste nel territorio del Comune di Anzio”. La linea, lunga 1 km, è stata dismessa definitivamente nel 1975.

Il volume è rivolto in particolare alle Amministrazioni pubbliche e alle Associazioni interessate a individuare possibili forme di riuso e riconversione, sia in chiave turistica e sia per una mobilità ecosostenibile, degli asset e dei luoghi non più funzionali al core business industriale e per creare attività e iniziative dedicate al territorio e ai cittadini.

“Le Greenways – ha sottolineato Claudia Cattani, presidente di Rete Ferroviaria Italiana – sono l’occasione per riqualificare le linee ferroviarie non più in esercizio e per sviluppare un turismo ecosostenibile, mettendo a disposizione degli Enti locali e delle associazioni a vario titolo sedimi ferroviari per la mobilità dolce e le attività turistiche. Le stazioni dismesse potranno essere cedute sia per iniziative imprenditoriali che valorizzino il territorio, come ostelli, officine per manutenzione biciclette, punti vendita di prodotti tipici locali, sia per le attività di Enti locali o di Associazioni no profit, quali ad esempio uffici di servizi ai cittadini o piccoli musei delle tradizioni territoriali. Importanti esempi di come le linee dismesse – ha concluso Cattani – possano essere riutilizzate sono già presenti sul territorio italiano grazie al lavoro sinergico di RFI, Enti locali e Ministeri competenti.”

FS Italiane e Rete Ferroviaria Italiana sono costantemente impegnate nel mettere a disposizione delle Amministrazioni locali il sedime ferroviario delle linee dismesse per realizzare percorsi per le cosiddette Greenways. Vari i motivi per i quali si sceglie la definitiva dismissione del tracciato ferroviario: insufficienza della domanda di trasporto, che rende improduttivo il mantenimento del servizio ferroviario; realizzazione di linee più performanti con varianti di tracciato e conseguente dismissione del tratto di linea non più utilizzato.