Giovedì 15 ottobre, alla presenza di due classi della scuola Don Mauro Cassoni di Norma, si è svolto un incontro riguardante il libro “Il mio nome è un colore”, pubblicato quest’anno dall’associazione La Tamerice di Anzio e Nettuno.
Il libro narra la storia di Celeste Terracina, bambina di religione ebraica che abitava a Nettuno negli anni del fascismo e del secondo conflitto mondiale, e di come insieme alla sua famiglia si sia dovuta nascondere sotto falsa identità dapprima a Nettuno, e poi nei paesi di Cisterna e Norma, per sfuggire dalla persecuzione nazi-fascista.
Hanno partecipato all’incontro, per La Tamerice, la presidente Paola Fumi e la professoressa Simonetta Forcina, che ha scritto la storia di Celeste all’interno del libro, e per l’associazione Domusculta di Norma, la professoressa Agostina Iacomini, presidente dell’associazione.
Nella mattinata, dopo un’introduzione storica riguardante le dittature nazi-fasciste in Europa ed la seconda guerra mondiale, si è raccontata ai bambini la storia di Celeste Terracina. Il racconto è stato arricchito da alcune parti dell’intervista realizzata dall’associazione La Tamerice a Celeste, dove vengono narrati in particolare gli effetti delle leggi razziali sulla sua vita di bambina e le sue vicissitudini nello spostamento a Norma.
Ai bambini, intervenuti con diverse domande e curiosità riguardanti questa storia, si è voluto ribadire quanto sia importante l’accoglienza e la necessità di scegliere da che parte stare in determinati momenti della vita. Le scelte e la presa di posizione di chi ha protetto la famiglia di Celeste, a partire proprio dalla comunità di Norma, hanno permesso di salvare delle vite messe in pericolo dai progetti di sterminio ad opera dei nazisti. Si è scelto di costruire un ponte verso persone in difficoltà piuttosto che erigere un muro di indifferenza e incomprensione.