Lettere- “Ennesimo attentato, è tempo di reagire”

Riceviamo e pubblichiamo
IMG_1938Parigi, Nizza, Berlino e in mezzo molte altre città. Una scia di sangue impressionante nei luoghi simbolo della nostra Europa. La Francia della Rivoluzione, dove i concetti moderni di stato e libertà sono sbocciati; la Germania della Berlino post ’89, all’avanguardia in ogni campo, dove si parla prima l’inglese e poi il tedesco, dove ogni uomo si sente a casa. La matrice dell’attentato di ieri è ancora inofficiosa, parlano di attentato islamico, forse scollegato dalle grandi firme del terrorismo internazionale, un cane sciolto sembrerebbe. Ma ancor prima di trovare con certezza le motivazioni dell’ennesima strage i governi europei devono invertire pesantemente la rotta. Da diversi anni i paesi europei hanno sbandierato un’accoglienza senza limiti, hanno accolto centinaia di migliaia di esseri umani provenienti dal terzo mondo in guerra, hanno costruito un sistema di accoglienza ricolmo di falle. Dalla famosa sparatoria di Charlie Hebdo a ieri, gli attentati sono stati troppi. Inutile analizzare le cause, siano queste le fallite o finte Primavere Arabe o la guerra siriana. Ciò va lasciato agli storici. E’ tempo di organizzarsi per l’Europa e reagire. L’integrazione tout court non è andata a segno, ha fatto vacillare i sistemi di sicurezza e permesso a organizzazioni criminali e terroristiche di mettere mani sull’immigrazione: in primis con il business dell’accoglienza e in secundis con la proliferazione del terrorismo. Dall’altra parte i richiami all’odio interreligioso ed etnico aumentano il sentimento di paura che oggi l’Europa purtroppo vive. Non si tratta di guerra di religione, né tantomeno di uno scontro di civiltà. E’ l’ennesima guerra tra poveri combattuta su un Continente in triste declino, dove gli stessi rifugiati venuti qui per scappare dalle atrocità si macchiano di crimini efferati. Non faccio di tutta l’erba un fascio, ma sottolineo come il 2017 dovrà vedere una svolta europea nella questione. L’inasprimento delle leggi e dei controlli deve essere accompagnato da un lavoro culturale inteso ad evitare la creazione di un nemico comune. L’odio e la rabbia non sono tratti europei. Auspico che per contrastare il terrorismo i capi dei governi europei trovino un accordo comune e per trovare tale accordo è tempo di inaugurare concretamente una politica di difesa e di sicurezza comune, una giusta ripartizione dei rifugiati già presenti in territorio europeo e una task force per contrastare tutte le tratte disumane di immigrazione, sia quelle marittime che quelle terrestri. Le diplomazie internazionali e soprattutto la diplomazia europea deve trovare una soluzione veloce e consona e puntare sullo sviluppo interno dei paesi africani e arabi. L’Europa deve ritornare a essere guida e faro, prima per gli europei stessi, ma poi anche verso tutte le realtà che circondano il nostro Continente, realtà in cui i venti di guerra civile stentano a placarsi. L’Italia saluta la sua connazionale Fabrizia Di Lorenzo. Vittima dell’odio e della violenza.
Mirko Sannini