Riceviamo e pubblichiamo
Viste le interrogazioni presentate in Parlamento ai Ministri dell’Ambiente e della Salute relativamente agli impianti c.d. Biogas che vorranno insistere sul territorio di Anzio, dopo un’attenta e oculata analisi, sulla base degli elementi e dell’esperienza pratica e tecnico-normativa del nucleo di Fare Verde Anzio-Nettuno, si rappresenta quanto segue.
Si chiede ai Ministri se siano a conoscenza dei fatti esposti, se intendano disporre un’analisi epidemiologica per valutare il grado di salute dei residenti e se intendano valutare la posizione degli impianti in prossimità di una scuola, nonché la compatibilità ambientale di tali impianti per il trattamento dei rifiuti.
Tuttavia, a nostro sommesso avviso, i quesiti esposti non sono volti a chiedere o chiarire l’impatto ambientale che gli impianti c.d. Biogas possono e potranno effettivamente avere sul territorio e sull’ambiente circostante.
Si ricorda a sé stessi che gli impianti Biogas non sono impianti per il trattamento dei rifiuti ma impianti sottoposti alla disciplina delle fonti energetiche rinnovabili (ex pluribus, il d.lgs. n.387/2003), il che comporta una serie di valutazioni, sia con riferimento alla nozione di “fonte energetica rinnovabile” sia su quanto concerne l’attività di “trattamento del rifiuto” e non si può certo dire che gli impianti Biogas trattano il rifiuto anche se, nella realtà, quid est.
Dunque, il modo per ostare e sconfinare l’impiantistica su cui si interroga è altra, considerato che la vicinanza di un plesso scolastico non è elemento ostativo ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni in quanto, peraltro, quanto richiesto non è contrario alle normative urbanistiche e sanitarie contenute nel regolamento comunale di Anzio.
Per quanto concerne la volontà di disporre un’indagine epidemiologica per valutare il grado di salute dei residenti, leggendo attentamente il quesito, sembrerebbe che gli impianti Biogas già insistano sul territorio e che lavorino a pieno regime.
Si ricorda sempre a sé stessi che “l’indagine epidemiologica ha l’obiettivo di identificare la possibile fonte di infezione, la presenza di altri casi correlati alla stessa fonte di infezione e l’esistenza di soggetti esposti allo stesso rischio per attuare adeguate misure di controllo e prevenzione” in risposta al “principio di prevenzione” che nel diritto ambientale consiste nell’adozione di misure sì di prevenzione, ma in presenza di un’analisi tecnico-scientifica di rischio certa.
Perciò, non a priori pre-impianto ma, solamente, a-posteriori dell’insediamento e attivazione dell’impianto Biogas è possibile chiedere una indagine di tale natura, al fine di valutare l’impatto dell’impianto medesimo sull’ambiente e sulla salute.
Posto ciò, le interrogazioni avrebbero dovuto coinvolgere non solo i Ministri ma, preferibilmente, anche il Comune di Anzio, nonché far riferimento ad altri aspetti, a nostro avviso molto più peculiari, quali:
• È giusto che per costruire l’impianto Biogas si vada a discapito di altre realtà aziendali che insistono sul territorio da diversi anni or sono e che vedono, in questa costruzione, una compromissione della libertà d’impresa?
• È giusto che le realtà aziendali agricole e non, attigue alla zona d’interesse di costruzione, non siano stati soggetti coinvolti nella procedura abilitativa?
• È giusto che un’impresa, con certificazioni ambientali internazionali, si veda sottratti tali riconoscimenti solo sulla base di una presunzione di rischio?
I quesiti dovevano e potevano essere tanti: di sicuro, quelli posti con le seguenti interrogazioni non hanno centrato alcun punto sensibile come si voleva far credere, perché non risponderanno agli imprenditori che vedono in questi impianti la loro deflagrazione economica, in quanto non concorrono a rassicurare loro in merito all’impatto che un impianto c.d. Biogas può avere sulle realtà economiche già esistenti.
Grave, a nostro avviso, è anche il non andare a sciogliere i dubbi, ormai sorti, nei genitori dei ragazzi che frequentano la scuola circostante, visto la chiarezza della normativa di settore e il lasciare senza risposte tutti quei cittadini che vedono nelle Istituzioni la garanzia delle loro incertezze.
Associazione Ambientalista Fare Verde Anzio- Nettuno