L’ultimo ricordo è alla festa per i 200 anni del “Turcotto“. Era in prima fila, com’è giusto che fosse, salutata da tutti, taciturna ma sicuramente fiera di quel traguardo e di quell’evento. Oggi l’abbiamo salutata, all’età di 90 anni, ed è facile dire che con Ermelinda Massarelli, vedova Garzia, se ne va un altro pezzo di storia di questa città.
Le rare volte che avevo occasione di incontrarla, i figli e i nipoti le chiedevano se ricordasse chi fossi. Non rispondeva male, ma sicuramente pensava che la scambiassero per una rimbambita e non lo era di certo. “Ma sì che lo so….” Insomma, non c’era bisogno di ripeterlo ogni volta.
Ebbene la signora che finché ha potuto ha seguito l’attività del ristorante “il Turcotto” lascia una “lezione” alle generazioni di oggi e un pezzo di memoria che non deve essere perduta. Non era facile, nel 1965, rimasta vedova e con i figli da crescere, mandare avanti quell’impresa. Lei lo ha fatto, con l’aiuto dei familiari – certo – ma con una caparbietà unica. Erano anni nei quali le donne non potevano – né dovevano – essere “protagoniste“. Fu costretta e non si tirò indietro.
Se avete la fortuna di leggere le pagine del libro edito per i 200 anni del ristorante, ci sono anche aneddoti della vita del tempo che solo una nonna poteva raccontare con tanta dovizia di particolari. Eccola la “lezione“, quella di tramandare usanze, costumi, metodi che oggi sono inimmaginabili.
Poteva tirarsi indietro e non lo fece, aiutata da una solidarietà familiare e – consentitemi – “paesana” che oggi sarebbero inimmaginabili. Teniamoceli questi ricordi, pensando che senza il coraggio di andare avanti, oggi non saremmo a 201 anni di storia di quel ristorante che è – al tempo stesso – storia e memoria di questa città.
Grazie a nonna Ermelinda, dunque (e certo che ricordava la nostra parentela, dai….), e un abbraccio che parte anche da qui a Enrico, Evangelista, i nipoti, pronipoti e tutti i familiari.
Fonte http:// giovannidelgiaccio.wordpress.com/