Il primo maggio è una festa. La festa del lavoro e del lavoratori. Un lavoro che fa rima con dignità e diritti, il lavoro su cui è fondata la nostra Repubblica. Ma prima che il primo maggio diventasse tale, parliamo della fine dell’Ottocento, le condizioni di lavoro nelle fabbriche e in agricoltura erano brutali. Si lavorava dall’alba al tramonto per pochissimi soldi; non c’era differenza tra adulti e fanciulli, sani e malati… il lavoro operaio era schiavitù.
Certo anche oggi, nel XXI secolo, anche in Europa esistono ancora forme di sfruttamento inaudite, ma non sono la norma e suscitano scandalo. Certo, anche oggi, nel XXI secolo, anche in Europa c’è un’offensiva senza precedenti contro i diritti dei lavoratori, ma ancora esistono le organizzazioni dei lavoratori che contrastano queste derive e il movimento sindacale, nonostante i tentativi di tagliarli le gambe, è ancora forte e rappresentativo. L’allarme è quello di una imprenditoria rivolta allo sfruttamento e alla precarizzazione del lavoro, a volte con gli stessi interessi della criminalità, in un legame tra lavoro, mafia ed elite dominanti che ancora si ripropone dopo 70 anni.
A Roma le manifestazioni per il primo maggio sono state invece anticipate alla notte, quando un gruppo di giovani studenti, lavoratori e disoccupati ha protestato presso il Carrefour di via Casilina contro il lavoro notturno e le festività. Con questa iniziativa ed altre che si terranno in diverse città nel corso della giornata, gli organizzatori, riuniti sotto la sigla Riscatto, spiegano di voler “rivendicare, proprio nel giorno della festa del lavoro e dei lavoratori, un presente e un futuro radicalmente differenti”. “Oggi si festeggia un diritto che non è garantito nel nostro paese, il diritto ad un lavoro di qualità, ben pagato, sicuro, per non parlare della dignità di chi lavora. Il caso dei Carrefour 24h è quello di una catena.