di Menuccia Nardi
Eccoci nuovamente al nostro appuntamento con il cinema. Qualche tempo fa mi è capitato un evento eccezionale: addormentarmi sul divano in prima serata (e dopo questa mi aspetto anche cataclismi naturali, neve fuori stagione, cose del genere). Perché non approfittarne per una volta e fare una lunga dormita fino al mattino seguente? E invece no, mi sono svegliata mentre in TV iniziavano i programmi della seconda serata e ho casualmente aperto gli occhi proprio davanti all’inizio di un film diretto da Luca Lucini e che a suo tempo – lo ammetto – non avevo visto, La donna della mia vita (è uscito nelle sale nel 2010). Vi dico solo che il giorno dopo l’ho comprato in dvd.
Bello il cast: Alessandro Gassman, Luca Argentero, Stefania Sandrelli, Valentina Lodovini (l’innamorata di Alessandro Siani in Benvenuti al Sud, la ricordate?) e carina anche l’idea di fondo.
Alba (Stefania Sandrelli) è la madre apprensiva di due figli maschi, avuti da due padri diversi e ciascuno molto simile al proprio, dice lei…: Leonardo (Luca Argentero), il più piccolo, il più fragile, l’uomo sensibile che si intenerisce al pianto di una donna (non è una figura mitologica, gli uomini così esistono!); e Giorgio (Alessandro Gassman), il maggiore, il medico brillante, sposato, grande professionista anche in fatto di donne, a cui proprio non sa resistere. La svolta quando Leonardino – come lo chiama la mamma a 31 anni suonati – conosce e si innamora di Sara (Valentina Lodovini), «la donna della sua vita», appena uscita da una relazione con un uomo sposato e che in realtà non riesce ancora a dimenticare…Ma la vita non è mai avara di sorprese e l’uomo sposato amato da Sara poteva non essere Giorgio, il fratello maggiore? Poteva, ma lo è, e qui inizieranno le complicazioni. Ci penserà Alba a porvi rimedio e a far chiarezza nei sentimenti di ognuno, a modo suo, naturalmente, e non senza colpi di scena.
In fondo di questo ci parla sostanzialmente Lucini in questo film, di sentimenti, e d’amore, e lo declina in tutte le sue forme, da quello materno, a quello di figlio, a quello fisico, a quello che tocca il cuore e il risultato che ne viene fuori è veramente piacevole.
Una nota di merito va poi a Luca Argentero che, fedele al copione, rende benissimo l’evoluzione del suo personaggio, anche e soprattutto con una straordinaria mimica facciale e alla fine sembra quasi che interpreti due personaggi completamente diversi: il ragazzo timido e sensibile della prima parte e quello sfrontato e dongiovanni della fine del film. Veramente bravo! Un piacere per gli occhi, direi! Artisticamente parlando, intendo, è ovvio…Alla prossima!