Permettetemi una riflessione… La vita non chiede permesso

di Menuccia Nardi

20110404021241_ridurrelavelocitperdiminuireconsumieinquinamentoHo pensato un po’ a quale riflessione condividere oggi, ma la mente a volte è strana e tra tanti pensieri, anche personali, ammetto che ce n’è uno più di altri che in questi giorni mi martella. Le gravi condizioni di un ragazzo ricoverato al Bufalini di Cesena da mercoledì scorso. All’Anagrafe è Nicholas Patrick Hayden, per tutti “Nicky”, classe 1981, originario di Owensboro, Kentucky… Sì, lui, il campione di motociclismo, il Kentucky kid, come viene soprannominato per le sue origini statunitensi, il campione abituato ad andare a 300 Km/h, e ora in un reparto di Rianimazione dopo un incidente con un’auto mentre andava in bicicletta…E questo pensiero mi riporta con la mente anche a un altro sportivo, un altro abituato ad andare veloce, a vincere tutto, a essere il migliore: Michael Schumacher, il 7 volte campione del mondo di Formula 1, un mito, una leggenda. Non sono mai stata una grande sportiva, ma lui lo seguivo, mi dava il senso del ragazzo prodigio, di chi non si limita a fare bene, ma eccelle in quello che fa, e mi piaceva, mi appassionava…e poi quell’incidente, nel 2013, mentre sciava. Trauma cranico e arresto cardiaco. Fu operato al cervello due volte in 48 ore. Ad oggi non si hanno notizie certe sulle sue condizioni, anche se tutti continuiamo a sperare. 

Ho sempre pensato che gran parte del nostro destino dipende da noi, da un sì o da un no detto al momento opportuno…ma è un’illusione delle persone come me, che vorrebbero sempre tutto sotto controllo, tutto organizzato e già deciso. Non a caso fino a qualche anno fa a casa mia mi chiamavano “il maresciallo”, sempre pronta a fare ispezioni e a verificare che ognuno avesse provveduto a fare il suo cubo come da regolamento. La verità è che non esiste uno schema, una linea da seguire che garantisca il risultato. Ci sono eventi che non dipendono dalla nostra volontà, nel bene e nel male, e ci travolgono, e cambiano la nostra esistenza senza chiederci il permesso, senza che qualcuno ci spieghi mai il perché: è così e basta, prendere o lasciare. Puoi accettarlo o no, ma non puoi cambiare le cose. Vale la pena allora andare veloci? Andare a 300 Km/h? Se questo ci fa sentire vivi sì…perché se è vero che non mi posso scegliere la vita che voglio, posso scegliere io “come” vivere quella che mi è stata riservata, posso decidere io se fermarmi e quando fermarmi, e quale attimo assaporare più degli altri… almeno fino a un pomeriggio in bicicletta, o a un giorno sugli sci.
Un saluto a Nicky e a Schumy, il mio pensiero è per voi…