Il ricordo di Pasquale Albanese, nello slow pitch e nelle parole di Fernando Ricci e Alessandro Spera.

Pasquale Albanese

Una squadra di Slow Pitch, un gruppo di amici, un ricordo. Quello di Pasquale Albanese. La squadra si chiama proprio P.Angel per ricordare Pasquale, un grande amico di tutti, che nel baseball aveva ritagliato il suo spazio, da arbitro, ed aveva trovato grandi soddisfazioni personali, come la vittoria della Coppa dei Campioni di suo figlio Simone con la casacca del San Marino. Quella Coppa dei Campioni del 2006, anno in cui Pasquale, nel mese di dicembre, a soli 46 anni, è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari. Simone con il San Marino ha continuato a vincere, due scudetti, ed un’altra Coppa dei Campioni, e siamo certi che papà Pasquale da lassù avrà gioito. Come quando sul campo di Santa Barbara, i protagonisti del torneo di Slow Pitch, hanno giocato in sua memoria, una partita con il vero senso dell’amicizia, tra tutti coloro che conoscevano Pasquale, che in sua memoria hanno giocato e ricordato quanto Pasquale Albanese era legato ai suoi amici, ai suoi affetti ed al gioco del baseball. Bello vedere tutti giocare la finale del torneo indossando una maglietta che lo ricordava, bello sentire le parole commosse di Sante De Franceschi, il Presidente degli arbitri italiani, parlare di Pasquale:”una persona che ha studiato a fondo il regolamento del baseball e l’ha applicato nel migliore dei modi – questo il senso delle parole del Presidente degli arbitri- e che ha avuto il grande merito di voler vivere il baseball da dentro il campo, non dall’altra parte della rete, dove è facile criticare e giudicare una chiamata arbitrale. Pasquale si è messo in gioco ed ha scelto di arbitrare”. Bello vedere Alessandro Spera, in campo con lui nell’ultima gara arbitrata della sua vita, non riuscire a trovare le parole per la forte emozione che le spezzava. Segno che quello che Pasquale ha lasciato nelle loro vite è un segno indelebile. “Era una persona speciale – ha detto poi Alessandro Spera – in campo un collega esemplare che aiutava sempre noi arbitri più giovani. Per me era una guida da prendere da esempio. Fuori dal campo era un amico divertente, si stava benissimo in sua compagnia”. Era il mese di novembre, di quel 2006, e c’era un playoff di serie B:”Non potrò mai dimenticare quella partita, l’ultima arbitrata da Pasquale, sarà sempre un ricordo speciale per me. Pasquale a fine partita era felice perché aveva arbitrato molto bene, lui era a casa base, io sulle basi – continua Alessandro Spera – quella partita fu ripresa dalle telecamere ed ho il DVD, come tutte le persone più care a Pasquale”. Il giorno della partita in sua memoria non uscivano le parole:”Ero commosso ed emozionato, volevo dire tante cose ma non sono riuscito a parlare, questo perché ho passato tanto tempo in compagnia di Pasquale, tante partite arbitrate insieme, tra noi era nata un’amicizia ed un legame fortissimo”. Pasquale Albanese era pugliese di nascita, ma ormai diventato nettunese in tutto e per tutto. Con la grande passione per il baseball, nata da quando iniziò a vedere e seguire il giovane Fernando Ricci, ricevitore di un Nettuno che tornava a vincere uno scudetto dopo 17 anni. Pasquale era di famiglia, sposato con la sorella di Fernando. “Pasquale è entrato nella mia famiglia quando io ero ancora un ragazzino, avevo 12 anni, ho vissuto una vita vicino a lui. Per me era il fratello che non avevo. Ricordo che la prima volta che mi feci la barba chiesi a lui consiglio, era un punto di riferimento importante della mia vita, sempre disponibile con la gente”. Che rapporto aveva con il baseball? “Veniva dalla provincia di Bari, non sapeva nulla del baseball. Ha iniziato a conoscerlo seguendo le mie partite, sin da quando giocavo nel settore giovanile. Poi è nato Simone, il figlio, ed io iniziai a farlo giocare a baseball che aveva solo 6 anni. Quando ho vinto il mio primo scudetto, nel 1990, Simone aveva 5 anni ed è in una foto insieme a me e Bob Galasso che lo teneva in braccio”. Fernando Ricci, il catcher preferito dal mitico Bob Galasso, quel giovane che nel pomeriggio di Rimini nel novembre del 1990 decise una finale scudetto con un suo doppio, e Simone Albanese, catcher del San Marino che ha vinto tutto in una sola stagione, scudetto e coppa campioni. Una famiglia di successo, con Pasquale, cognato e padre che da Fernando e Simone ha appreso quanto è fantastico il mondo del baseball. Del figlio Simone ha vissuto solo la vittoria della Coppa Campioni del 2006 con il San Marino:”Ricordo che mi chiamava per sapere se la finale era finita. Simone giocò una grande coppa da titolare.  Pasquale è morto ormai da cinque anni, e l’altro mio cognato Mauro Mariani ha voluto fondare questa squadra, P.Angel, per ricordarlo – dice Fernando Ricci – il torneo di Nettuno di slow pitch è diventato una realtà importante, con molte squadre. La partita commemorativa in onore di Pasquale è stato veramente un grande momento per tutti noi che abbiamo Pasquale nel cuore. E’ un progetto che va al di là dello sport, ci riuniamo, stiamo tutti insieme, un gruppo di amici di Pasquale che trova  il pretesto dello sport per vivere momenti di aggregazione in sua memoria”.