Permettetemi una riflessione… Lo chiamano rispetto

di Menuccia Nardi

screenshot_2017-08-15-13-25-26-1Questa settimana il mio “permettetemi una riflessione” potrebbe anche essere pubblicato senza parole, perché la vicenda è ben nota e i fatti si commentano da soli, quindi in realtà potrei soprassedere: temo, però, che la norma “stai buona e zitta”, madre del quieto vivere, non riesca proprio a entrarmi in testa, né tacere rientri tra le mie virtù (mentre distribuivano il silenzio probabilmente chiacchieravo con la mia compagna di banco!).

Ma andiamo per ordine. Ha ormai fatto il giro dei media la notizia che alcuni giorni fa a Villammare, vicino Sapri (Sa), due turisti sono entrati in chiesa – la chiesa della Madonna di Portosalvo, se non sbaglio – semplicemente in costume. Attenzione! Non in costume d’epoca o carnevalesco, che forse, vista la stagione, sarebbe sembrato di certo un po’ anomalo ma non del tutto inverosimile (si sa infatti che il caldo d’estate fa brutti scherzi!). No, signori miei, qui parliamo di costume da bagno, e in questo caso temo che neanche l’afa di questa calda estate possa giustificare una scelta tanto inopportuna e inappropriata: innanzi tutto perché se si è credenti si dovrebbe sapere bene che non si entra in chiesa con un abbigliamento inadeguato (e nel caso specifico di abbigliamento ce n’era veramente poco!); se poi non si è credenti – che per carità, è assolutamente legittimo – bisogna avere il buongusto di non offendere quanti invece una fede ce l’hanno. Ma io mi sognerei mai di entrare nel luogo di culto di chicchessia e offenderne in qualunque modo gli usi e le tradizioni? Non penso proprio. Semplicemente non sta né in cielo né in terra.

Ovviamente la vicenda è solo l’ultimo degli episodi – come vogliamo definirli? Forse Carlo Verdone in un suo famosissimo film avrebbe detto “strani, proprio strani” – che ci stanno facendo compagnia nella stagione estiva. Vogliamo forse citare la turista che a fine luglio ha fatto il bagno nella fontana di Trevi fingendosi Anita Ekberg? O quei “simpaticoni” che nella fontana di piazza Mastai, sempre a Roma, hanno fatto la doccia per rinferscarsi un po’?

Allora, propongo a tutti una soluzione, che in realtà è a portata di chiunque, anche di chi non ha un vocabolario a casa ma semplicemente uno smartphone e un collegamento internet. Basta cercare su un qualunque vocabolario on line la parola RISPETTO. Personalmente di solito utilizzo il vocabolario Treccani on line, dove testualmente, al significato elencato con il n. 2.a della parola rispetto, si legge: «Sentimento che porta a riconoscere i diritti, il decoro, la dignità e la personalità stessa di qualcuno, e quindi ad astenersi da ogni manifestazione che possa offenderli». Per chi non lo sapesse, dunque, questo è il rispetto signori, lo chiamano così…Basta ricordarsene ogni tanto, anche a giorni alterni, sarebbe già un buon risultato. Alla prossima.