Permettetemi una riflessione… Non voglio dimenticare Diabolik

di Menuccia Nardi
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Credo che questo agosto 2017 che sta per terminare verrà ricordato in futuro come un periodo decisamente negativo, perché segnato – ahimè – da eventi drammatici che, vuoi o non vuoi, ci rimarranno dentro. Ad alcuni tra questi è stato dato – giustamente – un risalto maggiore rispetto ad altri, soprattutto per la rilevanza internazionale dell’evento (mi riferisco in primis ai fatti di Barcellona naturalmente).

Alcune notizie, quindi, per ovvie ragioni sono rimaste un po’ in sordina e in secondo piano rispetto ad altre, pur essendo state ampiamente diffuse. E ce n’è una in particolare a cui io, nel mio piccolo, vorrei dare risalto.

Il 18 agosto scorso è morto a 80 anni un uomo, uno che in gioventù è stato un radiotecnico dell’Enel, e che invece rimarrà nella storia della cultura italiana per il tratto della sua matita (curiosi a volte i voli pindarici che ci riserva la vita!). Al secolo Sergio Zaniboni, classe 1937, torinese, è stato uno dei disegnatori più famosi di Diabolik, che ha caratterizzato soprattutto l’immagine grafica di Eva Kant (ispirandosi alla modella Cristina Adinolfi). Suo anche il logo delle Figurine Panini. Un grande, dunque.

Ho amato da sempre il fumetto creato dalle sorelle Giussani e non potevo non rendere omaggio a uno dei creatori di tante storie che ho letto tutte d’un fiato. Diabolik è un fumetto diverso dagli altri, a vincere non è il buono e bravo della situazione: Diabolik è un ladro, affascinante, non c’è dubbio, ma pur sempre un criminale, eppure finiamo puntualmente a fare il tifo per lui. Il perché non saprei dirlo con certezza. Forse perché è brillante, imprevedibile, a tratti geniale… e innamorato della sua Eva. Direi appassionante. E ciò che ci appassiona merita sempre un ricordo. Grazie Sergio Zaniboni…