riceviamo e pubblichiamo
Oggi, in occasione della giornata mondiale “no ai sacchetti di plastica” ci teniamo a ricordare il grande passo che l’Italia ha compiuto verso una maggiore sostenibilità: con la conversione del decreto legge “Mezzogiorno” già a partire dal 2018 anche i sacchi leggeri e ultraleggeri utilizzati a fini di igiene o come imballaggio primario in gastronomia, macelleria, pescheria, ortofrutta e panetteria, dovranno essere biodegradabili e compostabili secondo la norma Uni En 13432 e con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40%.
“Ci si sofferma poco sull’aspetto del ‘contenitore’, ma è proprio qui che sorgono i principali ostacoli per una corretta gestione e recupero del rifiuto, specialmente dell’umido nella filiera del compost. L’utilizzo delle buste non compostabili da parte degli esercenti e, di riflesso, di tutti noi per il conferimento dell’organico, rende vana la buona gestione del rifiuto operata dal singolo e aumenta i costi del trattamento. Il dover separare l’umido dalla busta di polietilene che è stata impiegata, infatti, richiede l’utilizzo di un macchinario specifico che ha dei costi specifici alti, senza dimenticare che nel processo di separazione comunque si perde una buona frazione di organico che invece poteva andare verso un fine vita utile per l’uomo e l’ambiente, impedendo di chiudere il cerchio dell’economia circolare. Come le buste per il trasporto, anche i sacchetti leggeri ed ultraleggeri verranno distribuiti a pagamento: la legalità porta con sé dei piccoli costi che però ci permettono realmente di FARE un percorso virtuoso e sostenibile a beneficio nostro e dell’ambiente”.
Dott.Luca Zomparelli, Presidente del nucleo locale di Fare Verde Anzio-Nettuno.