Permettetemi una riflessione… I gesti contano

“Lo stupore, piuttosto che il dubbio, è la fonte della conoscenza” (Franklin Pierce Adams)

di Menuccia Nardi

canonization_2014-_the_canonization_of_saint_john_xxiii_and_saint_john_paul_ii_14036966125-fileminimizerNegli ultimi tempi sono profondamente colpita dal volume di parole di cui sono circondata. Siamo sommersi dalle parole. Ognuno di noi vuole dire la sua, me compresa. E va benissimo, intendiamoci, anche perché le parole hanno un peso… eppure non so perché in questo inizio d’autunno mi sembra tutto così relativo. In fondo a parole si può dire qualunque cosa, tutto e il contrario di tutto. Chi può sapere davvero se ciò che diciamo corrisponde ai pensieri che ci portiamo dentro…

Per i gesti è diverso, quelli non te li puoi rimangiare, quelli rimangono, quelli contano, quelli soltanto ci danno la misura – il polso direbbe qualcuno – di quello che siamo, di quello che siamo per noi, di quello che siamo per gli altri.

Di gesti ne vedo pochi e quando ne capto qualcuno che merita sul serio ne rimango piacevolmente colpita.

Uno in particolare, recente, più che colpita mi ha trafitto… Anche perché i gesti eclatanti spesso te li aspetti dai più giovani, da chi ha in sé (o dovrebbe avere) la forza e la voglia di mangiare il mondo a colazione. Che pregiudizio! Prontamente smentito da un uomo, un uomo di 80 anni, che venerdì scorso, il 22 settembre se non sbaglio, è sceso da un’auto blu davanti all’ingresso della Fondazione Santa Lucia di Roma, ospedale specializzato in neuro riabilitazione. Un uomo vestito di bianco, un uomo armato di una croce al collo e di un sorriso, per tutti Papa Francesco, che in un pomeriggio di settembre si è presentato a sorpresa in un luogo dove si combatte ogni giorno per riprenderselo un sorriso.

Pare che all’origine della visita ci sia una lettera di un bambino in cura presso la Fondazione. È un bambino affetto da una patologia molto grave (tetraparesi da paralisi cerebrale, ho letto), che non gli consente di comunicare con parole e gesti, per cui si è rivolto al Papa utilizzando una comunicazione alternativa, per immagini: “Caro Papa Francesco […], mi piacerebbe tanto conoscerti meglio e farti conoscere i miei amici che fanno la terapia insieme a me, vieni a trovarci?”

Sarebbe stato molto più semplice e comunque gradito rispondere con una lettera, a parole, per l’appunto. E invece no. Il Papa venerdì era lì. Il Papa è andato a trovarli. Lo ammetto, mi sono commossa, perché i gesti contano…

dal blog https://inostriocchisulmondo.wordpress.com/