“Lo stupore, piuttosto che il dubbio, è la fonte della conoscenza” (Franklin Pierce Adams)
di Menuccia Nardi
Negli ultimi tempi sono profondamente colpita dal volume di parole di cui sono circondata. Siamo sommersi dalle parole. Ognuno di noi vuole dire la sua, me compresa. E va benissimo, intendiamoci, anche perché le parole hanno un peso… eppure non so perché in questo inizio d’autunno mi sembra tutto così relativo. In fondo a parole si può dire qualunque cosa, tutto e il contrario di tutto. Chi può sapere davvero se ciò che diciamo corrisponde ai pensieri che ci portiamo dentro…
Per i gesti è diverso, quelli non te li puoi rimangiare, quelli rimangono, quelli contano, quelli soltanto ci danno la misura – il polso direbbe qualcuno – di quello che siamo, di quello che siamo per noi, di quello che siamo per gli altri.
Di gesti ne vedo pochi e quando ne capto qualcuno che merita sul serio ne rimango piacevolmente colpita.
Uno in particolare, recente, più che colpita mi ha trafitto… Anche perché i gesti eclatanti spesso te li aspetti dai più giovani, da chi ha in sé (o dovrebbe avere) la forza e la voglia di mangiare il mondo a colazione. Che pregiudizio! Prontamente smentito da un uomo, un uomo di 80 anni, che venerdì scorso, il 22 settembre se non sbaglio, è sceso da un’auto blu davanti all’ingresso della Fondazione Santa Lucia di Roma, ospedale specializzato in neuro riabilitazione. Un uomo vestito di bianco, un uomo armato di una croce al collo e di un sorriso, per tutti Papa Francesco, che in un pomeriggio di settembre si è presentato a sorpresa in un luogo dove si combatte ogni giorno per riprenderselo un sorriso.
Pare che all’origine della visita ci sia una lettera di un bambino in cura presso la Fondazione. È un bambino affetto da una patologia molto grave (tetraparesi da paralisi cerebrale, ho letto), che non gli consente di comunicare con parole e gesti, per cui si è rivolto al Papa utilizzando una comunicazione alternativa, per immagini: “Caro Papa Francesco […], mi piacerebbe tanto conoscerti meglio e farti conoscere i miei amici che fanno la terapia insieme a me, vieni a trovarci?”
Sarebbe stato molto più semplice e comunque gradito rispondere con una lettera, a parole, per l’appunto. E invece no. Il Papa venerdì era lì. Il Papa è andato a trovarli. Lo ammetto, mi sono commossa, perché i gesti contano…
dal blog https://inostriocchisulmondo.wordpress.com/