L’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA è un film tenero e buffo, un mix di malinconia e umorismo che incanta e commuove. L’ultimo erede di Charlie Chaplin è nato in Finlandia 60 anni fa, si chiama Aki Kaurismäki ed è un Regista sorprendente che fa un film ogni 4/6 anni, ma ogni volta cattura un pezzetto del nostro presente in forma di fiaba comica, proprio come l’immenso Charlot, anche quando maneggia temi tragici. Scrive e dirige film da più di trent’anni, con una formula che mescola in modo fortunato tristezza e assurdo. I suoi film si svolgono sempre in una Finlandia dimenticata dal tempo, in cui tutto sembra fermo agli anni ’50. Vodka, rockabilly, brillantina e sigarette sembrano essere le uniche gioie dei suoi personaggi, insieme all’amicizia e alla generosità che spuntano inaspettate come fiori dalla neve gelata. Chi conosce i sedici film precedenti di Kaurismäki, tra cui: “Nuvole in viaggio” (1996), “L’uomo senza passato” (2002), “Le luci della sera” (2006), “Miracolo a Le Havre” (2011), tutti proiettati nelle precedenti edizioni di Invito al Cinema, sa che Kaurismäki non fa un cinema di buoni sentimenti o tenta di costruire un ipotetico mondo migliore. Descrive piuttosto una sorta di Società possibile, all’interno della quale si agisce semplicemente per il bene proprio e degli altri. La straordinaria capacità che ha di raccontare con impassibile naturalezza l’assurdità delle cose e del mondo si sposa perfettamente con l’assurdità dei nostri tempi, con la follia delle guerre, la crisi dei rifugiati, la congiuntura economica, e la loro sconsiderata gestione da parte della politica. In questo Film il Regista ribadisce le proprie idee sull’Europa e sulle politiche dell’accoglienza e della gestione di rifugiati e richiedenti asilo che arrivano dall’Asia e dall’Africa, opponendo alla visione disillusa del vecchio continente, quella positiva di comunità, un gruppo ristretto di persone che condivide e accoglie senza dare giudizi, senza chiedere spiegazioni e se ne frega se deve infrangere qualche legge che ritiene ingiusta.
Khaled Ali (Sherwan Haji, realmente rifugiato politico in Finlandia) è un giovane siriano, sfuggito agli orrori della guerra, giunto clandestinamente su una nave merci ad Helsinki, dove presenta una domanda di asilo che non ha molte prospettive di ottenimento. Waldemar Wilkström (Sakari Kuosmanen) è un rappresentante di camicie, che lascia moglie e lavoro, e punta tutto su una partita a poker per cambiare vita; quando vince al gioco, rileva un ristorante in periferia senza clienti. Una sera, Wikhström trova il giovane Khaled nel cortile del suo ristorante e, colpito dalla sua storia, decide di aiutarlo offrendogli un letto e un posto di lavoro. I due, insieme a un surreale e sparuto gruppo di persone, tentano di “ripartire” con la gestione del ristorante, magari trasformandolo in un ristorante sushi alla moda. Un rifugiato, un rappresentante, un cuoco, una cameriera, un direttore di sala e un cane: insieme, forse, riusciranno a trovare ciò che cercano … Qual è L’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA? Per il siriano Khaled è la speranza di trovare accoglienza. Kaurismäki racconta un mondo dove le persone buone si aiutano fra di loro e agli emarginati dalla vita non è concesso di mostrarsi troppo malinconici (anche se lo sono) e a buon diritto possono provare gli stessi sentimenti dello Shylock shakespeariano. “Non ho occhi come voi? Non ho anch’io mani, organi, membra, sensi, affetti, passioni?..”.. Viene alla mente proprio il grande monologo di Shylock, vedendo L’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA: è lo stesso Aki Kaurismäki che fa riprendere dal suo Khaled un breve passaggio della scena più intensa e profonda del “Mercante di Venezia”. Se nel testo di William Shakespeare chi parla è un ebreo, ora è un siriano, un giovane fuggito dalla sua terra e dalla morte. E la gente comune (ma non solo) in quelle terre nordiche, capisce di doversene singolarmente prendere carico, per il futuro di tutti. Vale sempre la citazione di Gabriel Garcia Marquez che “un uomo ha diritto di guardare dall’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi” che andrebbe messa come epigrafe a tutta l’ultima produzione dell’autore finnico. Per Kaurismäki basta essere altruisti e un nuovo (e altro) mondo sarebbe possibile …!
L’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA ha meritato l’Orso d’Argento per la Miglior Regia al 67° Festival cinematografico di Berlino 2017.
L’ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA sarà proiettato Lunedì 30 ottobre, nell’ambito della 27^ edizione della Rassegna “Invito al cinema”, presso il Cinema Moderno multisala di Anzio, agli orari: 16,15 – 18,15 – 20,15.
a cura del cineclub La Dolce Vita