Ieri è stato realmente un giorno triste, e non solo perché era il “Blue Monday”…

di Menuccia Nardi

the_cranberries_en_barcelona_13-fileminimizerIeri, 15 gennaio, è stato il “Blue Monday”. Cos’è? Benvenuti nel club allora, perché me lo sono chiesta anch’io. Ammetto la mia ignoranza e confesso dunque di averla scoperta da poco, ma pare sia una ricorrenza ben nota da anni nel Regno Unito, dove uno psicologo dell’Università di Cardiff ha sostenuto agli inizi degli anni 2000 che il terzo lunedì di gennaio sia, per svariate ragioni, il giorno più triste dell’anno. Già di suo il lunedì non è mai stato il giorno più amato della settimana, perché il rientro da una pausa, anche se breve, di solito non è mai piacevolissimo (in generale l’idea “si ricomincia” implica in sé una certa fatica): a ciò lo studio in questione aggiunge altri fattori, tra cui la fine del periodo natalizio e l’abbandono (precoce, lasciatemelo dire) dei buoni propositi che ciascuno si era prefissato per il nuovo anno; al tutto si sommano poi le condizioni meteorologiche e i debiti (e senza essere psicologa questi, in particolare, credo non metterebbero di buon umore nessuno in qualunque giorno dell’anno!).

Naturalmente non ho gli elementi né la competenza per poter dire quanto ci sia di vero in questa teoria, ma in tutta onestà, pur volendo dare per buoni i motivi che indurrebbero tanta tristezza, faccio fatica a comprendere perché dovrebbero concentrarsi tutti in quel lunedì (e se la nostalgia delle feste mi venisse la domenica sera? Sarei fuori target probabilmente).

Se devo essere sincera oggi avevo pensato di scherzarci un po’ su circa la storia del giorno più triste, ma stamattina non sono in vena, perdonatemi. Il caso – o il destino, dipende dai punti di vista – ha voluto che ieri sia stato comunque un giorno triste, almeno per molti amanti della buona musica. Per me lo è stato. Ieri è venuta a mancare improvvisamente Dolores O’Riordan, la voce inconfondibile della band irlandese The Cranberries. E non potevo proprio far finta di niente. E mi dispiace, mi dispiace tanto. E penso a quanto sia strana a volte l’associazione di idee che fa la nostra testa: quando ieri ho appreso la notizia non mi è venuta in mente subito la sua immagine, ma la sua voce, che cantava “Zombie” nelle cuffie di una mia compagna di classe durante un viaggio in pullman di tanti anni fa. Era una gita scolastica. Ero alle superiori. Ho avuto un attacco di nostalgia racchiuso in pochi secondi di ricordi… Grazie per l’emozione che ci ha sempre dato la tua voce Dolores, l’ascolterò ancora, promesso…