riceviamo e pubblichiamo
“In risposta a quanto letto sui giornali pochi giorni fa, a proposito della paternità dello Sbarco, ci sembra doveroso esprimere la nostra opinione usando la massima razionalità e soprattutto il massimo rispetto per chi è caduto in guerra e riposa nei sacrari militari della zona, e per chi quei tristi giorni di guerra li ha subiti, perdendo persone care, casa, lavoro e una normalissima vita. Siamo qui a rispondere a qualcuno che evidentemente vede nel nome SBARCO DI ANZIO un brand, un marchio registrato, uno slogan da stadio, ma per noi non è così e non lo sarà mai. Quel 22 gennaio del 1944 su queste coste che per il Messaggero e altre testate mondiali erano “ ai due lati di Nettuno “, arrivarono i liberatori pagando il loro pesante tributo di vite umane! Le due città erano riunite col nome di Nettunia, e le popolazioni subirono lo stesso destino trovando sorte comune, oltre che istituzionalmente, anche fisicamente con lo “sfollamento“ alla Campana prima e nel meridione poi. Ci dispiace dover star qui a ribadire cose che tutti sanno, e che solo i meno sensibili riescono a non riconoscere. Lo sbarco fu di Anzio e di Nettuno, nonostante ciò che è avvenuto poi (lo abbiamo spiegato due volte in due distinte conferenze presso la sala consiliare del comune di Nettuno). Sappiano i detrattori che noi saremo sempre qui pronti a mostrare centinaia di fotografie, giornali e documenti dell’epoca fino allo sfinimento e che per azzittirci non basteranno le farneticazioni di qualcuno o le “dimenticanze” che sono state riscontrate in un famoso e grande museo della zona o durante le riprese di una famosa trasmissione Rai. Vogliamo pensare che sia solo il frutto di distrazione e che i responsabili del museo vorranno integrare il materiale a loro disposizione con il nostro al fine di riconoscere al popolo nettunese la stessa dignità di quello anziate. Ci piace citare uno slogan coniato ad Anzio: se vuoi la Pace, prepara la Pace! “”
Nettuno olim Antium, Associazione Culturale