di Alessia Sciamanna
Caos nella stazione centrale della capitale, dove alle 10:30 di oggi un Freccia Bianca diretto in deposito ha deragliato per cause ancora da definire. Di certo si sa solo che il treno procedeva a bassa velocità.
Fortunatamente nessun passeggero a bordo, ma l’incidente ha reso inagibili i binari 19, 20 e 21 con pesanti ripercussioni in particolare sulla affollatissima tratta Roma-Napoli, sulla Roma-Cassino, sulla Roma-Civitavecchia e sulla linea verso i Castelli Romani.
Ancora dopo 5 ore di incessante lavoro e rapide manovre per liberare le rotaie e mettere in sicurezza il mezzo, intorno alle 17 in uscita da termini l’area coinvolta dalla fuoriuscita dalle rotaie risulta inutilizzabile.
All’interno ed intorno all’area, isolata con nastro segnaletico bianco e rosso, diverse squadre di uomini lavorano assiduamente per le doverose verifiche sulla utilizzabilità dei binari interessati.
La situazione in stazione è però pesante, plumbea come il cielo di Roma in questa rigida giornata invernale.
Davanti ai tabelloni delle partenze, accanto alla tratta continuano a comparire, anziché fermate intermedie e binario di partenza, una sfilza di ‘cancellato’ senza appello che getta nello sconforto più totale i molti viaggiatori assiepati, anzi direi più accalcati vista la italica incapacità di gestire ordinatamente gli spazi comuni, oltre i gate di accesso ai binari, pronti ad uno scatto da centometristi per salire sul primo treno disponibile.
Che poi qualcuno mi spieghi se il treno non parte, cosa ci si va a fare oltre i gate, se non a intasare l’accesso ai binari, quando peraltro al di qua c’è un discreto se non paradiso almeno purgatorio dello shopping e negli ultimi giorni dei saldi, per di più!
Misteri della psicologia umana e della diffusa mancanza di competenze nel crisis management.
Come se fissare insistentemente il tabellone quasi non ci fosse un domani, avesse il potere, oltre che di creare problemi a chi non riesce a raggiungere i binari agibili, di cambiare i tempi tecnici di reazione del sistema all’evento critico.
Mi duole constatare che abbiamo ancora molto da imparare in fatto di educazione e che la nostra maturità come società civile è a volte paragonabile a quello di un bambino alla prima scolarizzazione.
Fatto sta che sulla Roma-Nettuno la partenza delle 15:42 è stata regolare, ammesso di riuscire a salire sul treno vista la folla da finale dei mondiali, tipicamente con valigia extra large in dotazione di serie, in testa ai binari che per dribblarla ci voleva il pallone d’oro dell’anno.
Speriamo così per tutte le altre corse della giornata e, anche se può suonare provocatorio, rallegriamoci!
Non tanto che il disagio non abbia toccato la nostra linea ed i nostri lettori ma che, pur nel caos, non ci sia nessuno a piangere un suo caro come appena una settimana fa non troppo lontano da qua.
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