Informazione di servizio: eccoci in pieno Carnevale ragazzi! Questi sono i giorni clou per il lancio dei coriandoli (unico sport in cui sono fortissima!), perché giovedì sarà giovedì grasso e a seguire la settimana prossima ci attende l’ultimo martedì dei festeggiamenti in maschera prima dell’inizio della Quaresima.
Lo dico per chi non se ne fosse accorto, naturalmente, ma credo siano i pochi che non hanno frequentato in questi giorni una piazza qualunque della propria città o più semplicemente non siano capitati per sbaglio a fare la spesa in un centro commerciale – magari nel fine settimana – e siano così rimasti bloccati all’ingresso da guerre di coriandoli tra bambini (come vedete è uno sport che si pratica fin da giovanissimi e richiede anni e anni di esperienza… e di shampoo a casa, ovviamente, per districare i capelli e farne riapparire il colore naturale camuffato da pezzetti di carta multicolor!).
Comunque sia, è bello che in questi giorni i bimbi si lascino un po’ andare, con la scusa di una maschera… Il problema delle maschere, però, soprattutto per i più piccoli, e che non sempre sono una libera scelta del bambino: spesso il vestito di Carnevale si rivela in realtà una sorta di soddisfazione che è il genitore a volersi togliere, perché innamorato di un personaggio legato alla fantasia della propria infanzia o a un cartone animato del momento (che gli adulti guardano spesso con i figli e a cui forse si appassionano più di loro!). Lo dico a ragion veduta, perché ricordo che ai miei tempi davano in TV Starzinger (chi è della mia generazione non può non ricordarlo!), cartone di cui mia madre non perdeva una puntata (con la scusa di tenere buoni me e mio fratello), e a causa del quale mi ritrovai a una festa di Carnevale all’asilo vestita da principessa Aurora. Ora, calcolando che non ero una bimba né bionda e né slanciata (quindi ben lontana dal disegno della principessa Aurora), diciamo pure che le foto dell’occasione che mia madre conserva ancora con il sorriso le triterei volentieri nel frullatore, preferendo senza dubbio quelle dell’anno successivo in cui indossavo un più sobrio vestito da fatina di primavera, forse meno trasgressivo e più tradizionale, ma sicuramente più consono al mio fisico e alla mia personalità (credo non solo a quella di allora ma anche a quella di oggi, evidentemente ci sono aspetti di noi che non cambiano mai!).
Riflettendo con il senno di poi, comunque, devo dire che negli anni a seguire non è andata male, soprattutto se penso che poteva davvero andare peggio, visto che all’epoca era di moda in TV anche Lamù (cartone animato cult degli anni ‘80 in cui la protagonista indossava un bikini tigrato!), ma a mia madre non è mai piaciuto tanto – e meno male! – quindi diciamo che tutto sommato è andata bene… Buon Carnevale a tutti!