di Menuccia Nardi
Dunque, è terminato da pochi giorni il festival di Sanremo: teatro Ariston, anno 2018, 68° edizione.
L’ho seguito, anche se ammetto che alcune esibizioni le ho perse perché a un certo orario qualunque cosa veda in tv la mia palpebra cadente ha la meglio su tutto, salvo poi risvegliarmi davanti alla “tele” che mi guarda e, ormai sazia di sonno da divano (che per quanto mi riguarda è il più ristoratore e che per questo preferisco a qualunque dormita da letto a baldacchino), sono in grado di tirare avanti fino a tarda notte. Ebbene, tra questi alti e bassi da telespettatrice media, ho atteso che la kermesse canora più famosa d’Italia finisse per dire la mia e in tutta franchezza mi sento di poter dire che lo spettacolo andato in onda mi è davvero piaciuto. Quanto? Moltissimo. In realtà in passato mi sono ritrovata ad apprezzare tra me e me anche altre edizioni del festival, ma onestamente questa le ha battute tutte. E se avevo qualche pregiudizio prima che la manifestazione iniziasse mi sono dovuta ricredere.
Bravissimi i conduttori, Michelle Hunzicher in primis: spigliata, simpatica, perfetta sul palco, se l’è cavata alla grande (considerando poi che andare in diretta in prima serata sulla rete ammiraglia della tv pubblica – con la consapevolezza che qualche milione di persone è sicuramente lì a guardarti – non è cosa semplice per nessuno, sia pure del mestiere). Pierfrancesco Favino, una rivelazione: incredibilmente versatile (l’abbiamo visto fare di tutto) e a tratti strepitoso, oltreché ironico, ammiccante, elegante, chi più ne ha più ne metta. Credo che in pochi giorni abbia conquistato il cuore di molte italiane e sono quasi sicura che la sua dolce metà (la bellissima attrice Anna Ferzetti) sia in queste ore una delle donne più invidiate del momento. E poi lui, Claudio Baglioni: vederlo duettare sul palco dell’Ariston con alcuni degli ospiti è stato un piacere per il cuore (il duetto con Gianna Nannini con cui ha cantato Amore bello emozione pura!). Inoltre devo ammettere che le sue scelte come direttore artistico sono state più che indovinate. In effetti era proprio sulla scelta dei partecipanti che avevo qualche perplessità prima dell’inizio della manifestazione, ma ascoltando le canzoni mi sono dovuta ricredere. Certo, ovviamente qualcuna mi è piaciuta più di altre e un paio le avrei viste volentieri sul podio insieme alla canzone – bellissima – di Ermal Meta e Fabrizio Moro, ma qui andiamo sul gusto personale e accontentarci tutti temo sia proprio impossibile. Sono comunque felice per il risultato, perché checché se ne pensi del festival di Sanremo, è sempre stato e rimane una cassa di risonanza importante per la canzone italiana, non solo qui da noi, ma anche all’estero: non si può dimenticare che fu proprio una manifestazione sanremese – quella del 1958 – a lanciare una delle canzoni italiane più famose del mondo, Nel blu dipinto di blu, con la voce indimenticabile di Domenico Modugno che a braccia aperte cantava Volare…