di Menuccia Nardi
Dunque, mi sforzo sempre di essere un bravo genitore (se effettivamente riesco nell’intento non sta a me dirlo, ma diciamo che la buona volontà c’è e ci provo! Come si diceva una volta, la scolara si impegna, anche se, vista la difficoltà della materia, sicuramente può fare di più) e per riuscire al meglio nell’impresa cerco di tenermi aggiornata e di stare al passo con i tempi e soprattutto con ciò che piace a mio figlio.
Già, perché mi hanno spiegato che bisogna conoscere e capire ciò che piace ai nostri figli: lo dicono esperti sicuramente più esperti di me, e in materia di “come si crescono i figli” di professoroni ne trovi in giro quanti ne vuoi, stanno sia in fila alla cassa del supermercato che a quella del bancomat, te li ritrovi vicini di ombrellone e al tavolo accanto in pizzeria, stanno sempre lì, pronti ad aspettarti (ma spuntano fuori da dietro le macchine parcheggiate? O si danno appuntamento tutti insieme con i segnali di fumo? E in alcuni casi mi verrebbe da chiedere “di che fumo si tratta”… Su questo punto devo indagare).
Ammetto che per alcuni aspetti sono un po’ indietro e più che stare al passo mi tocca correre, perché dai videogiochi (su cui sono assolutamente impreparata!) alla musica parliamo due lingue totalmente differenti, e non di rado alcuni termini me li faccio letteralmente tradurre e spiegare. Comunque, come dicevo, mi impegno e in questo costante sforzo spesso quando siamo in giro in macchina di proposito lascio alla radio la musica che piace a lui, che in fondo non dispiace neanche a me, anche se mi rendo conto che ascolterei più volentieri tutt’altro genere e capisco che probabilmente ci sta che i gusti con il tempo cambino.
Ma poi succede che, mentre metti un po’ d’ordine in giro per casa (da dove inizio? C’è l’imbarazzo della scelta!), senti dall’altra stanza una vocina che canticchia una canzone di Vasco Rossi. Mi affaccio e guardo mio figlio: “Eri tu che cantavi?”. “Sì, certo. Questa la conosco e mi piace”. Mi sono quasi commossa. Davanti ad una bella canzone non c’è tempo, né generazione e mi consolo pensando che tutto sommato sto ancora al passo…