di Menuccia Nardi
Come forse ormai avrete capito spesso scrivo solo di ciò che realmente mi colpisce, o che semplicemente mi tocca alcune corde più esposte di altre e tra le notizie recenti che sicuramente mi hanno commosso ce n’è una in particolare che immagino in molti abbiate appreso dai media nei giorni scorsi: è la storia di quell’anziano signore che, nel viaggio in ambulanza dalla Toscana al Piemonte, chiede ai volontari della Croce Rossa di fermarsi per vedere un’ultima volta il mare… acconsentono e dal portellone aperto dell’ambulanza gode della sua vista mare.
Ne sono rimasta colpita? Assolutamente sì, affondata direi… E ho riflettuto su cosa io personalmente vorrei vedere per l’ultima volta se potessi scegliere e se immaginassi che potrebbe davvero essere l’ultima. E condivido la scelta della vista mare, perché racchiude in sé una sensazione diversa da ogni altro ricordo. Ad evocare il ricordo di una persona a volte basta una foto o un oggetto che ne racchiuda il profumo, o la sensazione che quel profumo non sia svanito. Del cibo (che mi viene sempre in mente anche al pensiero di un ultimo desiderio, ma quanto sono golosa?) è più semplice ricordarne il sapore anche solo annusandone l’aroma ed è comunque un desiderio più semplice da soddisfare all’occorrenza.
Per un panorama è diverso, per il mare soprattutto è diverso. Del mare, per saziartene, devi sentirne l’odore, il rumore, assaporarne la vista…