di Menuccia Nardi
Ieri si è conclusa la tre giorni dell’evento Milan games week, una manifestazione organizzata negli spazi di Milano Rho fiera e interamente dedicata al mondo dei videogiochi. Sono diventata improvvisamente esperta e appassionata del genere? Onestamente direi di no, ma lo è mio figlio, che era già ben informato dell’evento prima ancora che io lo apprendessi dai media (e qui ci starebbe tutta un’emoticon con gli occhialini da professoressa, magari accompagnata dalla faccina che guarda perplessa all’insù, ma per oggi mi trattengo!).
E ho deciso quindi di curiosare un po’, e acquisire un minimo di consapevolezza su un mondo che ha tanto successo tra i più giovani (e non solo): anche perché se è vero che si tratta di un passatempo molto diffuso soprattutto tra i ragazzi (bambini, “pre” e adolescenti), è altresì vero che dietro un ragazzino che gioca c’è un adulto che il videogioco lo compra – spesso magari solo per vedere felice il figlio – e mi sono detta che capire un po’ meglio di cosa si tratta (e anche comprendere su cosa finisce una parte dei soldi ricevuti in regalo a Natale da nonni e zii!) male non fa. E cercando qualche informazione (così, a grandi linee, intendiamoci) comprendo che dietro a questo mondo esiste una costante ricerca, tesa ad evolvere il classico videogioco, e a migliorarlo in termini di grafica, di effetti sonori, ma anche di coinvolgimento virtuale… Eppure non riesco ad appassionarmi: sono senza speranze? Va be’, di esperto in materia ne basta uno in famiglia, dai, mi accontenterò di rimanere quella apparentemente noiosa. Però sono determinata a capirne di più, sempre nell’intento (già rivelato in passato) di rimanere al passo con i tempi…e con mio figlio soprattutto. Riusciranno i nostri eroi? Vi farò sapere…