di Menuccia Nardi

Breve storia personale (negli ultimi due giorni sono ispirata così, portate pazienza!): ho ricevuto qualche tempo fa l’invito ad un battesimo, destinazione Roma, una chiesa del centro. Ieri, dunque, giunta la data prevista, mi sono preparata, pronta non solo d’abito ma anche psicologicamente al probabile traffico di una domenica romana, alla scarsa probabilità di trovare parcheggio in prossimità della chiesa (e infatti abbandono quasi subito l’idea del tacco a spillo, che credo abbia sempre il suo perché, ma per questa volta opto per un tacco senza infamia né gloria, che ha però ha dalla sua un’infinita comodità) e sono pronta infine anche alle eventuali scuse di circostanza da fornire all’occorrenza, perché se si dovessero avverare i timori di cui sopra sono quasi certa di fare tardi!

Oggi, ripensando alla giornata di ieri, mi viene spontaneo ammonirmi da sola: donna di poca fede! Già, perché tutto sommato non c’era poi il traffico che immaginavo, ho trovato parcheggio praticamente di fronte alla chiesa (e questo particolare, a Roma soprattutto, si commenta con una parola specifica, che per oggi vi risparmio) e in più sono arrivata in perfetto orario. Cerimonia breve e sentita, scenario stupendo di una bellissima chiesa romana e, all’uscita, nell’aria piacevole di una domenica di ottobre, ti guardi un attimo intorno e la vedi… Roma, città eterna ed eternamente affascinante, che senza bisogno di tacchi e trucco, finisce sempre per ammaliare, e ti regala un po’ del suo profumo, un profumo che odora del “per sempre” che questa città si porta dentro…

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