di Menuccia Nardi
Oggi prendo spunto da ritagli di routine quotidiana (più qualche ritaglio di ricordi d’infanzia). Qualche giorno fa mio figlio era impegnato con una ricerca scolastica. In tutta onestà non l’ho visto particolarmente preoccupato (sicuramente non quanto lo ero io alla sua età quando ero impegnata in imprese analoghe) anche perché ha dalla sua – dalla sua parte e dalla sua generazione – le infinite informazioni in grado di fornire internet. Ovvio, i libri sono sempre e comunque un ottimo punto di partenza – almeno per come la vedo io – ma internet costituisce di suo un bell’aiuto, che consente ormai di confrontare in breve tempo e con facilità moltissime informazioni.
Ben altra storia ai miei tempi (“ai miei tempi” … non ci posso credere, l’ho detto!), quando si cercava perfino nei libri scolastici dei propri genitori (quindi aggiornatissimi!!!!) e si finiva con il naso perso… nell’enciclopedia. Io da bambina ne avevo più di una (si capisce che a casa mia ci tenevano che studiassi?), e quando era necessario mi “apparecchiavo” – è proprio il caso di dirlo – o sulla mia scrivania o avevo addirittura l’onore di usare il tavolo della sala da pranzo… e questo era il segno che l’occasione era seria. Sì, perché parliamo della stanza “proibita” per eccellenza, sempre pulitissima e chiusa perché destinata ad eventi specialissimi – e sporadici, vorrei aggiungere –, tipo pranzi delle feste, compleanni con invito di parenti… tutto fuorché la vita quotidiana della famiglia! Eppure, davanti ad una ricerca con tanto di enciclopedia, anche il ponte levatoio che divideva la sala dal resto della casa cadeva magicamente: la cultura dà realmente un potere immenso!