Ecco perché un giovane sceglie la strada della delinquenza

I fatti di cronaca ci spingono ad una riflessione sulle problematiche connesse al disagio degli adolescenti e alla crescente criminalità giovanile, ed è proprio su questo argomento che vorre esprimere un’opinione. Premetto che ho sempre nutrito un particolare interesse per questo tipo di problemi, perché credo che i giovani siano un “investimento” fondamentale, saranno le persone che avranno il potere di costruire o distruggere il mondo del futuro, e per questo devono avere il nostro interesse. Alcune organizzazioni specializzate, che operano in questo campo ci forniscono dati allarmanti. Secondo gli studi scientifici più aggiornati in psicologia si può leggere il fenomeno della devianza giovanile (delinquenza) attraverso una “prospettiva evolutiva” del percorso di sviluppo che culmina con l’acquisizione della devianza come stile di vita porta a pensare che non è possibile individuare cause specifiche che possano determinare la comparsa di una condotta deviante: non è sufficiente rintracciare condizioni sociali, familiari, scolastiche, gruppali o particolari caratteristiche personali come causa di comportamenti delinquenziali. La devianza minorile può essere compresa attraverso una sorta di percorso che si realizza come esito di un insieme di eventi, situazioni e fatti.La crisi, tipica della fase adolescenziale vede il soggetto attivare dei cambiamenti. La crisi consiste in un precario equilibrio tra esigenze soggettive di sviluppo, condizioni esterne di sfida e competenze individuali, familiari e soggettive. In tal sistema, la devianza diventa per il giovane adolescente un porto sicuro in cui trovare conferma di sé stesso e della sua precaria identità, sperimentando un immagine di sé come capace e competente.  In questa ottica, un ruolo fondamentale assumono gli adulti significativi, la famiglia, i servizi che sostengono il giovane in questo processo educativo e di responsabilizzazione, soprattutto la scuola.  Quest’ultima potrebbe impegnarsi in un tentativo di  promuovere lo sviluppo di abilità che permettano ai giovani di fare una lettura critica della realtà sociale e, al tempo stesso , di ampliare lo spettro di  possibilità, “vedendo” scenari altri, diversi da quelli consolidati e descritti come devianti e stimolando l’elaborazione di strategie adeguate a uscire dalla “dimensione” di delinquenza. Inoltre molti studi hanno scoperto una forte correlazione tra l’eccessivo permissivismo e la delinquenza, e sembra essere l’indicatore più frequente in una famiglia a rischio. In tal caso i genitori spesso non sanno dove sono i loro figli, quali sono le loro attività o chi sono i loro amici, i giovani hanno più probabilità di “marinare” la scuola ed avere amici delinquenti, ognuno dei quali è indotto a delinquere.

 

Dott.ssa Isabella De Franceschi

Psicologa clinica e del lavoro 

Telefono: 340/5753451 – 340/5753451

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Laureata in Scienze psicologiche del lavoro (laurea triennale) e Comunicazione, Formazione e Innovazione nei contesti sociali, organizzativi e lavorativi (laurea specialistica) presso l’Università degli studi di Roma “la Sapienza”. Iscritta all’Albo degli Psicologi della Regione Lazio con n.18949. Scuola di specializzazione in Psicoterapia cognitivo-comportamentale. Istituto Skinner di Roma. Svolge attività di consulenza psicologica privata e corsi e seminari di gruppo. Esperta in tecniche di training autogeno (abilitata all’insegnamento), problematiche sull’ansia, paure, attacchi di panico, tecniche di rilassamento, gestione dello stress, tecniche di comunicazione efficace, pensiero positivo.  A livello aziendale: valutazione dei rischi dello stress da lavoro correlato, leadership,  coaching e selezione del personale.  Primo colloquio gratuito.