Nella sentenza n.1595 del 28 gennaio 2016, la Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento irrogato ad un lavoratore a seguito delle minacce proferite da questi nei confronti del proprio datore di lavoro.
Nel caso di specie, un autista aveva assunto un atteggiamento ostile e minaccioso nei confronti dell’amministratore delegato dell’azienda, pronunciando frasi del tenore di “io ti distruggo” e “io ti spacco il fondoschiena”.
Investita della questione, la Suprema Corte ha preliminarmente ricordato come la nozione di “giusta causa” di licenziamento debba essere specificata in sede interpretativa, tenendo conto di fattori esterni, inerenti alla coscienza generale, nonché dei principi delineati dalla normativa di riferimento.
Ciò detto, gli ermellini hanno precisato che il giudice dell’appello, nel ritenere legittimo il recesso, avesse correttamente applicato i principi suddetti. Da qui ne consegue la validità del licenziamento.
Dott. Valerio Pollastrini
Consulente del Lavoro
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