QUANDO IL FALSO è DI MODA…
Se è vero che l’imitazione è la più grande forma di ammirazione è anche vero che negli ultimi tempi tutto è stato copiato. Un conto è copiare lo stile, la linea, l’idea come spesso fanno le case di fast fashion (certo non è molto etico ma ognuno la vede come vuole), e un conto è contraffare un prodotto di alta gamma e venderlo spacciandolo o meno per originale. Ogni anno l’indotto della contraffazione genera mediamente un giro di affari che oscilla da 3,5 a 7 miliardi di euro. In Italia questo mercato, oltre a creare un danno alle casse dello stato, ha generato una perdita di circa 130.000 posti di lavoro. Emma Marcegaglia ha recentemente dichiarato che “la contraffazione è un fenomeno molto pesante che incide sulle imprese sane e alimenta la criminalità organizzata”. In base alle stime del WTO i beni contraffatti ogni anno ammonterebbero a circa l’8% del commercio internazionale.
La contraffazione colpisce indistintamente tutti gli attori del sistema produttivo, dalle imprese alle istituzioni, fino ai cittadini.
Sono prevalentemente le aziende a risentirne ma anche i consumatori sono in forte rischio, non solo per le alte multe a chi viene scoperto ad acquistare i prodotti incriminati, ma anche per i problemi che questi oggetti possono arrecare in termini di qualità, sicurezza e salute.
Naturalmente uno dei comparti più colpiti dal fenomeno è il settore moda. Sono miliardi le borse, i capi di abbigliamento, le scarpe, gli occhiali che ogni giorno si vedono sulle bancarelle abusive o in mano ai venditori ambulanti per le spiagge. Nonostante siano entrate in vigore leggi molto severe che impongono una multa a chiunque venga sorpreso ad acquistare tali prodotti (da 100 a 7000 euro) il mercato sembra aumentare.
Ancora più grave per il settore è l’aumento dei negozi di abbigliamento e di moda che vendono “sottobanco” prodotti non originali, oppure li espongono tranquillamente alla luce del sole spacciandoli per veri. In quest’ultimo caso parlerei di una vera e propria truffa, documentata tante volte dagli eccellenti servizi delle Iene. I commercianti che vendono prodotti del genere, purtroppo, a oggi, vengono solo multati (certo, una multa molto alta ma tenendo in considerazione il guadagno ottenuto grazie a questo commercio, il pagamento non dovrebbe essere un grande problema). Possono continuare a svolgere il loro lavoro e chi può dire che non lo facciano nuovamente? Sarebbe esemplare dare pene più severe a questi truffatori che acquistano a pochi euro e rivendono a centinaia.
Ovviamente molti consumatori “apprezzano” questo genere di prodotti perché simili, a volte quasi uguali agli originali ma a un costo notevolmente inferiore. Ingenuamente non considerano il danno che vanno a creare all’indotto.
Esistono valide alternative a un prodotto di alta gamma. I punti vendita low cost riproducono ogni stagione le migliori creazioni di moda ma li vendono a prezzi accessibili a tutti e anche le grandi star del fashion system sembrano apprezzare molto (Kate Middleton e sorella indossano con molta classe le diverse creazioni di Zara).
Per cercare di bloccare il fenomeno dilagante, in questi giorni è stato inaugurato, nelle aule dell’Università della Sapienza di Roma, il “Techalab”, un laboratorio di ricerca, studio e sperimentazione delle tecnologie anticontraffattive. Durante la prima metà del mese di luglio, invece, si svolgerà la seconda Giornata Nazionale contro la contraffazione organizzata da Confindustria, Ministero degli Esteri e dello Sviluppo Economico (informazioni sul sito www.uibm.gov.it).
Realizzare un prodotto di alta gamma comporta molto lavoro e studio, contraffare l’oggetto veramente poco tempo. Un prodotto originale è sicuro, ben lavorato e testato. Se non possiamo acquistare l’alta gamma, orientiamoci su altre fasce di prezzo ma compriamo solo oggetti veramente originali (e possibilmente Made in ITALY).