Lettera. Immigrati ad Aprilia? La nostra è una Città orgogliosamente accogliente ed inclusiva

Sulle polemiche seguite alla notizia dell’arrivo di 17 immigrati ospiti di un centro di accoglienza straordinario gestito dalla Prefettura di Latina, che ha preso in affitto uno stabile ad Aprilia.

Riceviamo e pubblichiamo

“Della scelta della Prefettura di collocare nel territorio apriliano alcune Persone in condizione di aiuto ne apprendiamo il
fatto sia dalle dichiarazioni del nostro Primo Cittadino sia dai giornali.
Persone che da un capo all’altro sono state indicate come immigrati, migranti e solo in ultimo richiedenti asilo.
Ora, non volendomi soffermare sulla terminologia usata a mio avviso da molti e che è fonte ed acceleratore di un
continuo sterile tentativo di generare ansia in chi legge ed ascolta messaggi social in videoregistrazione frontale, si tratta
di lasciar vivere in condizioni dignitose dei soggetti che la stessa Prefettura ha individuato di alloggiare in uno stabile
della periferia apriliana.
Il nostro Ente ne prende atto e non può interferire con la decisione assunta.
Di certo la Politica nazionale con l’introduzione del “decreto sicurezza” non aiuta la gestione del flusso migratorio. E’
chiaro ai più sensibili alla materia che la scelta di indebolire la gestione SPRAR, quasi unica possibilità di controllo
capillare ed attento donato come strumento ad ogni Sindaco che ne potesse far uso nel perseguire la finalità di un
servizio più conforme al proprio territorio in termini sociali, non è ad oggi il segnale di una strategia che funziona, anzi
la definirei in termini umani, a dir poco raccapricciante.
Come sottolineato da alcune associazioni che si occupano di diritti umani, in questo modo, in termini generali si
privilegiano grandi centri d’accoglienza collettivi con standard qualitativi nettamente inferiori a quelli dello SPRAR,
che “è l’unico a garantire i percorsi di inclusione sociale con il protagonismo degli enti locali e una piena trasparenza
nella gestione dei fondi”, riducendo il rischio di infiltrazioni criminali o speculazioni. Stando ai numeri diffusi
dall’ultimo Atlante SPRAR, nel 2017 oltre 25mila beneficiari hanno frequentato almeno un corso di lingua italiana,
15.976 hanno seguito un corso di formazione professionale e svolto un tirocinio formativo, 4.265 hanno trovato
un’occupazione lavorativa, tutti i minori accolti sono stati inseriti a scuola.
Ed altra negatività sostanziale della posizione assunta e contenuta all’interno del “decreto sicurezza” in relazione
all’eliminazione del sistema SPRAR è il discutibile profilo di incostituzionalità a cui molti sindaci hanno fatto
riferimento.
In particolare violerebbe l’articolo 117 della Costituzione perché in contrasto con gli articoli 17 e 18 sulle condizioni di
accoglienza della Direttiva 2013/33/UE. Il decreto, infatti, non prevede “un sistema di accoglienza strutturato e con
standard minimi conformi alla Direttiva circa l’accoglienza nei CAS, i quali a questo punto sarebbero ben poco
straordinari, ma ordinari, senza che si prevedano precise assicurazioni circa il rispetto degli standard concernenti
l’apprendimento della lingua, il necessario orientamento legale, il sostegno delle categorie più vulnerabili, l’assistenza
psicologica, la tutela della vita familiare, le normali condizioni di vita”.
In questo caso proprio la scelta di non attuare lo SPRAR potrebbe nel tempo dare come unico risultato la presenza di
individui che non adeguatamente gestiti e monitorati nella loro interazione con il territorio potrebbero essere
assoggettati da lavoro nero e microcriminalità a discapito loro e di tutti.
La mia posizione è netta, una politica che non equipari ogni essere vivente agli stessi diritti umani e civili, è una politica
da combattere con ogni energia.
Coloro i quali verranno alloggiati all’interno dello stabile individuato dalla Prefettura non hanno neanche loro stessi
scelto di venire ad Aprilia. Ne prendono atto, come stiamo facendo noi.
Abbiamo la fortuna in Città di avere un forte associazionismo che nel sociale come nelle aree culturali o sportive si
batte fortemente contro un modello di civiltà frutto di odio.
Ecco io penso a quanto di bello abbiamo in Città avendo loro, avendo cittadini che lontani da una metodica
strumentalizzazione dell’essere umano nelle sue criticità di vita, volano alti, volano verso un miglioramento dell’assetto
socio-culturale del territorio in cui vivono.
A loro dico grazie ogni giorno per l’energia profusa.
Se penso ad Aprilia, penso a quante Persone belle ed anche di varia etnia conosco.
Aprilia è una Città orgogliosamente accogliente ed inclusiva. Lo dimostrano i fatti.
Il Manifesto sull’Inclusione, l’Incubatore Sociale, il Monumento all’Emigrante intitolato “Aprilia città
dell’Integrazione” sono alcune delle chiare espressioni di una volontà che mira ad una convivenza pacifica, nel rispetto
e nella collaborazione tra ogni abitante.
Destare ansia ed agitazione circa l’arrivo di queste Persone in Città, tra l’altro dislocate in posizione marginale rispetto
alla centralità della stessa come al solito dimostra solo e soltanto un unico scopo, confondere le idee e manipolare, ma
soprattutto disinformare. Ad Aprilia non c’è alcun allarme, ad Aprilia tra cittadini anche di diverse culture cerchiamo
tutti di collaborare e contribuire al benessere comune e solo a questo con dedizione da parte di tutti dobbiamo ambire”.
Ilaria Iacoangeli