La lettera con la quale il presidente della Poseidon, l’avvocato Giaretti, interrompe alcuni rapporti di lavoro, è intrisa di dignità, senso delle istituzioni e umano dispiacere. Ora certo sarebbe facile buttare la croce su di lui perché 10 persone non vedranno rinnovato il proprio contratto, ma se così facessimo seguiremmo la via della faciloneria e del populismo, cose che di certo non ci appartengono. Difatti la responsabilità di questa presa in giro, ai lavoratori, perché di questo si tratta, proviene dalla precedente presidenza “politica” di centrodestra, che, in barba alla nota della corte dei conti, ed al fatto che a breve sarebbe cambiata la governance della Poseidon, ha voluto comunque assumere, pur sapendo che questi rapporti di lavoro avrebbero avuto il destino segnato fin dal primo momento. I soliti, per dirla con le parole di Flaiano, sempre pronti a salire sul carro del vincitore, oggi solleveranno gli scudi chiedendoci, con la solita arroganza, se in tutto ciò c’è un reato. Probabilmente non si prefigura nessun tipo di reato di mala gestione, eppure si delinea qualcosa che, a nostro avviso, può essere persino peggiore, la presa in giro ai danni di molte famiglie, che con quel contratto di lavoro speravano in un futuro diverso. Tutto infatti lasciava già presagire che quei posti di lavoro fossero effimeri, in primis ripetiamo per il richiamo della corte dei conti sulla pianta organica della Poseidon, senza ovviamente tralasciare tutte le concause secondarie, quali l’aumento esponenziale dei costi dei servizi e non per ultimo l’arrivo, finalmente, per merito di Strati, di una gestione qualificata della società, senza, quindi, più politici alla guida.
Che resta di questa situazione? Profonda amarezza per i lavoratori che perdono il posto di lavoro e grande rabbia nei confronti di chi li ha presi in giro.
Roberto Alicandri
Marco Federici