Piscina ma quanto ci costi?
In tempi di commissariamento del Comune per infiltrazioni mafiose certi “regali” non ce li saremmo aspettati.
Il “regalo” in questione ce lo racconta la determinazione n. 106 del 28/12/2023 a firma del dirigente del patrimonio, da cui si apprende che il gestore della piscina comunale, ossia la società sportiva Anzio Waterpolis, affiliata FIN Federazione Italiana Nuoto, viene ristorata
con circa duecentomila euro per disequilibrio finanziario.
In pratica si tratta di questo: la Anzio Waterpolis dichiara di aver subito delle perdite economiche dovute al periodo covid e dovute poi agli aumenti dell’energia elettrica e del gas.
La richiesta è motivata dalle linee guida stilate dalla FIN proprio sul riequilibrio finanziario e economico delle gestioni piscine pubbliche. Linee guida che l’Anci con grande slancio abbraccia e gira ai Comuni per “sensibilizzare” l’applicazione. Addirittura la Società propone di prolungare la concessione fino a 45 anni. Comprendiamo l’importanza degli investimenti fatti sull’impianto ma praticamente gliela dovremmo regalare.
Il Codice dei contratti prevede che nei casi in cui mutino le condizioni poste dall’ente
appaltante ( il comune) oppure dalle leggi, il concessionario può chiedere di ridefinire il riequilibrio finanziario, a tutela del rientro dell’investimento. Ma questa condizione non si è verificata.
Il Codice dei contratti prevede anche la possibilità nel caso vi siano avvenimenti eccezionali non imputabili al concessionario che modificano la capacità di recupero dell’investimento.
Come nel caso del covid, peraltro coperto da ristori di legge. Ma questa condizione è terminata da tempo.
L’aumento delle bollette, o dei mutui o della benzina è una condizione che non ci sembra rientri nei casi previsti.
Leggendo la determinazione ci poniamo alcune domande a cui speriamo che la
Commissione possa fornire risposte per chiarire quello che sembra comunque già
chiarissimo:
1) Da quando in qua i comuni usano riferirsi negli atti ufficiali alle linee guida stabilite da una Federazione sportiva organo non istituzionale “pro domo sua” e non al Codice dei contratti?
2) gli aumenti esponenziali dell’energia elettrica e del gas non hanno niente a che vedere con la pandemia, essendo legati ad altre vicende e periodo diverso ( infatti si parla del 2022 e 2023) per quale motivo la società che gestisce la piscina deve essere risarcita mentre tutti gli altri imprenditori e soprattutto le famiglie ne subiscono il peso sulle proprie spalle?
3) il rischio di impresa proprio di ogni attività economica anche e soprattutto in presenza di forti investimenti, non è contemplato per chi gestisce un impianto pubblico da cui ricava entrate?
4) anche gli altri gestori di impianti possono chiedere lo stesso risarcimento per mancati guadagni o è una prerogativa delle piscine?
5) il gestore è in regola con i pagamenti dei canoni concessori?
6) ultimo ma più importante quesito: dal sito del Dipartimento dello Sport risulta che La Anzio Waterpolis ha fatto domanda per l’erogazione di contributi a fondo perduto per gli anni 2022
e 2023 riferite all’emergenza Covid pregressa, risultando assegnataria di euro 112 mila per il 2022 e 170 mila per il 2023 per un totale quindi di 282 mila euro.
Ma quante volte li dobbiamo “ristorare”?
Giudichiamo questo provvedimento quantomeno inopportuno e uno schiaffo per le famiglie e gli imprenditori che faticano ad andare avanti tra aumenti delle bollette e caro mutui.
Marco Cesarini
Rappresentante gruppo territoriale M5S Anzio