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Idearma: la voce della base arriva ai vertici dell’Arma, uno spiraglio di democrazia, ma non per i sindacati “scomodi”

ROMA, 26 Luglio 2025 – Finalmente, un barlume. È operativa la sperimentazione di IdeArma, una piattaforma inaugurata nell’area intranet della Benemerita “Leonardo” che, si dice, dovrebbe raccogliere le proposte dei Carabinieri per migliorare le loro “condizioni di lavoro”. Dal benessere del personale alle uniformi, passando per procedure e organizzazione: tutto, purché sia chiaro, rientri nei canoni previsti.

Da maggio, un migliaio di proposte sarebbero già arrivate. Molte, udite udite, per rendere digitali i documenti dei servizi esterni. Un’illuminazione, eh? Ci voleva una piattaforma per capire che la carta è morta e seppellita. Ma tant’è.

Il 23 luglio, il colpo di scena: quattro Carabinieri, che evidentemente non avevano ancora capito come funziona il giochino, sono stati convocati personalmente dal Gen. C.A. Salvatore Luongo, Comandante Generale dell’Arma. Un evento. Un’apparizione messianica. Per ringraziarli, certo, e per ribadire il concetto che “l’Arma ha bisogno di persone ‘pensanti'”. Pensanti, purché pensino ciò che serve. E le idee? “Non hanno gradi, e neppure età o reparti”. Chissà, magari anche in prima fila non dovrebbero esserci solo i “Generalissimi”, ma questa è un’altra storia. Il giorno dopo, un “workshop” con i colleghi e i responsabili del Comando Generale. Una sagra della democrazia? O l’ennesima passerella?

Noi del MOSAC non possiamo che complimentarci con i colleghi che, ingenui o coraggiosi, hanno provato a usare questo “nuovo strumento partecipativo democratico”. Un’iniziativa che, va detto, ha fatto crollare un tabù: quello dell’articolo 735 del TUOM, la norma che imponeva al militare di chiedere il permesso di respirare prima di poter parlare con un superiore. Una farsa burocratica che ha garantito per decenni la sordità dei vertici.

Ora, l’estrema “apertura” del Gen. Luongo ci mostra che forse la possibilità di interloquire esiste. Una postura che, per chi non è avvezzo alle dinamiche di caserma, potrebbe sembrare “democratica e liberale”, quasi un “uno vale uno” sdoganato dal Movimento 5 Stelle dei tempi d’oro.

Il successo di IdeArma ci fa sperare, sì. Perché fino a ieri, la “particolare resistenza” dei vertici dell’Arma a confrontarsi con le sigle sindacali minori – quelle che non appartengono alla galassia di ex coceristi e galoppini vari – era palese. Ora, IdeArma offre al MOSAC e ad altri l’opportunità di bypassare la solita trafila. Non servirà più la supplica al Comando Generale: basterà che tutti i nostri iscritti inviino la medesima proposta. Per la legge dei grandi numeri, uno di loro verrà (forse) convocato per qualche “tavolo tecnico”.

“Invitiamo ogni Carabiniere d’Italia, di ogni ordine e grado, a far sentire la propria voce. Questa è l’occasione per dimostrare che le idee, quando sono di valore, non hanno bisogno di gradi per arrivare in alto – interviene Luca Spagnolo, rappresentante legale del MOSAC – e forse, e dico forse, si potrà iniziare a costruire un’Arma più efficiente e più giusta, non per la grazia di un Generale illuminato, ma per la forza inarrestabile di chi non si accontenta delle briciole.”

MOSAC – Movimento Sindacale Autonomo Carabinieri

 

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