L’urbanistica ha da sempre rappresentato per il nostro territorio il settore più complesso, vuoi per la vastità territoriale della nostra città vuoi, in primis per le implicazioni economiche che gli interventi edificatori hanno da sempre comportato. Usando il linguaggio di un semplice lettore, non esperto di Piani Regolatori, di Piani di Attuazione, di Piani Integrati e di quant’altro, per rappresentare l’importanza e la delicatezza delle decisioni adottate in materia urbanistica si può descrivere questo settore richiamando la china di una matita che tracciata su una cartografia determina magicamente la fortuna di un privato proprietario. Colui che determina questa fortuna è un uomo ovvero l’Assessore delegato alla gestione del territorio o più semplicemente all’Urbanistica. Da questa non breve premessa vogliamo partire per affrontare le polemiche di questi giorni sulle nuove edificazioni che l’amministrazione comunale si accingerebbe a riconoscere. E’ vero costruire su un terreno una residenza per anziani o una palazzina non cambia nulla, in termini di consumo del suolo, ma non in termini sociali ed economici. E’ ormai ben chiaro a tutti che ogni intervento edilizio comporta una trasformazione con effetti alterativi del tessuto sociale, perché costruire 60 appartamenti invece di una residenza per anziani significa incrementare potenzialmente la popolazione residente di almeno 200 unità a cui dobbiamo dare gli adeguati servizi primari, come asili nido, scuole, strutture sanitarie adeguate, un’articolazione viaria perlomeno dignitosa e cosi via. Quando questi effetti non vengono tenuti in debito conto, come accaduto in passato e come accade tutt’ora nella nostra città si determina magicamente una danno nei confronti della collettività pubblica. Ne sanno qualcosa i residenti nelle zone che, soprattutto nell’ultimo ventennio, hanno visto costruzioni e cementificazione a dismisura: i servizi primari sono peggiorati per tutti, basti pensare ai problemi di pressione dell’acqua o del sistema fognario (centinaia di utenze in più con gli stessi impianti di trenta anni fa). Ecco, in un momento in cui tutti citano norme, si chiamano in causa “altisonanti” avvocati (non comprendiamo che bisogno c’era di un parere di un “Principe del Foro” se tutto era così lapalissianamente così favorevole alla comunità apriliana), noi del Partito Democratico vogliamo ricordare questi due fondamentali aspetti di una decisione in materia urbanistica: in primo luogo la magica creazione di ricchezza che la decisione del comune produce a favore di un privato, e dall’atro lato i danni che quella decisione produce nei confronti della collettività intera. Questo vogliamo ricorda all’Assessore Franco Gabriele nello svolgimento del suo ruolo. Vogliamo ricordare che il privato costruttore è obbligato per legge a degli “oneri compensativi”, proprio per “compensare”quegli effetti alterativi del tessuto sociale che una intervento edilizio produce con la conseguente trasformazione. E questa è la ratio che guida la Legge 10/1977 e ancor prima la Legge 1150/1942. Vorremmo ricordare che la decisione sul come compensare non può essere lasciata alla decisione del privato costruttore alla sua magnifica benevolenza, ma è una prerogativa fondamentale dell’amministrazione comunale. Non vogliamo più assistere a strade costruite per brevi tratti , come “opere compensative” necessarie per la “consegna” di una nuova palazzina (senza poi completare i necessari collegamenti idonei ad evitare gli intasamenti della vecchia rete viaria), a pose di prime pietre e così via. Vorremmo entrare nel merito degli aspetti che più interessano i cittadini: nel 2014, con centinaia di appartamenti invenduti, in una città dove l’offerta supera la domanda c’è bisogno di autorizzare nuove costruzioni? Se sì, anche se pensiamo il contrario, le opere compensative sono così interessanti e favorevoli alla comunità tutta? Dobbiamo assistere a guadagni di privati non controllati anche in relazione all’effettiva spesa che lo stesso sostiene per realizzare l’opera compensativa ?
Tutto questo vorremmo ricordare all’Assessore Franco Gabriele ed alla sua maggioranza: le motivazioni apparse in questi giorni sui media locali, tese a far passare questa “operazione” come una “manna per la comunità” sono un’offesa all’intelligenza della comunità stessa. Il PD di Aprilia si è già opposto in Commissione Urbanistica e continuerà ad opporsi a questo ennesimo tentativo di “svendita motivata” del territorio e fa appello a tutte quelle forze sane, sia di maggioranza che di opposizione, che “realmente” vogliono un nuovo modo di fare politica per la città con uno sguardo alle generazioni future.
GIOVANNINI VINCENZO – Capo Gruppo Consiliare Partito Democratico di Aprilia
TOMASSETTI MONICA – Gruppo Consiliare Partito Democratico di Aprilia