Gentile redazione di Inliberauscita,
siamo dei cittadini nettunesi appartenenti ad una associazione locale, da sempre attenta ai temi ambientali e ancora una volta scriviamo per esprimere il nostro notevole disappunto per la pervicace insistenza dell’amministrazione comunale nel perseguire il suo programma di distruzione insensata del verde pubblico e di conseguente trasformazione del paesaggio urbano. Sono decine gli alberi abbattuti nell’ultimo anno e l’effetto è desolante. Ci dicono che le piante danneggiano i marciapiedi, che sono malate, anche se nessuno ha mai visto la perizia di un agronomo forestale, che ospitano gli uccelli che imbrattano il suolo, in via Diaz poi, avrebbero lesionato il muro del cimitero americano (ma qualcuno ha visto una crepa?); vengono inoltre danneggiate consapevolmente dai titolari dei negozi purché pensano che la crisi di vendite sia dovuta al fatto che l’insegna viene in parte coperta dai rami, vengono vandalizzate dai proprietari delle abitazioni ai quali danno fastidio le foglie che cadono o che ritengono che coprano chissà quale panorama, oppure semplicemente impediscono la sosta delle auto sui marciapiedi. A volte vengono tagliate e basta, senza tante spiegazioni, come un impiccio del quale disfarsi, un fastidio che è meglio eliminare, un peso inutile: “I tempi sono cambiati e degli alberi non c’è più bisogno”. L’elenco del disboscamento è molto esteso, riguarda tutta la città, centro e periferia. Cadono platani, robinie, tigli, cipressi, pini ed eucalipti, che ci erano familiari con la loro presenza e che facevano parte del panorama urbano, con il loro profilo e la loro ombra. Le palme poi meritano un capitolo a parte. Si tagliano gli alberi sani e si lasciano morire le palme senza nessuna cura, che assalite dal punteruolo rosso, cadono una dopo l’altra. Nei giardini privati delle ville di inizio novecento muoiono le palme storiche e secolari. Sul lungomare quelle messe dalla passata amministrazione, che hanno sostituito le tamerici e che hanno generato tante polemiche, muoiono in rapida successione e rimangono solo spazi vuoti al loro posto, perché forse si preferisce spendere le poche risorse per tagliare alberi sani, invece che curare quelli malati. Quelle in Piazza Mazzini, ritratte in numerose cartoline d’epoca, danneggiate da potature eccessive, sono state poi letteralmente abbandonate al loro destino e sono solo un ricordo. L’ordinanza sindacale n. 6 del 2009, imponeva ai cittadini, come stabilito dal decreto del 2007, la lotta obbligatoria al punteruolo rosso, ma dal momento che neanche l’amministrazione stessa adempie agli obblighi, come si può pensare di far rispettare la normativa ai privati?Con questa incuria e insensibilità, si è stravolta la qualità ambientale cittadina e si è modificato il paesaggio urbano. La presenza degli alberi in ambito cittadino, ingentilisce le architetture, rende più gradevole l’orizzonte urbano e coincide con una migliore qualità della vita. Gli alberi sono vita, riducono il calore estivo, sono fondamentali per abbattere l’inquinamento atmosferico, sono un contatto con la natura, ma qui non si fa altro che tagliare e le piante abbattute non vengono mai rimpiazzate con altri esemplari della stessa taglia, e se vengono sostituite, lo sono con qualche cespuglietto, come se fosse la stessa cosa, oppure, senza un piano architettonico del verde, da piante che non c’entrano nulla con il contesto in cui vengono impiantate, come le washingtonie, vicino alla rotatoria in Via dell’Olmo. Nella peggiore delle ipotesi, al posto di qualche aiuola, dove c’era qualche alberello superstite, si mette un bel chiosco bar, che forse così si attirano i turisti. E’ una visione deleteria del futuro di questo paese, il cui aspetto se confrontato alle foto di venti o trenta anni fa, ha un aspetto decisamente diverso e non certo migliore, e questo a dimostrazione che chi amministra non ha in conto il benessere dei cittadini ed il miglioramento della qualità della vita, che andrebbero invece tutelati e incrementati, e bisogna essere veramente insensibili per non rendersi conto di tutto questo. Gli alberi a Nettuno, hanno una vita dura, davanti alla robusta radicalizzazione dell’insensibilità della politica locale, ma ci sembra davvero giunto il tempo di invertire la marcia, di abbandonare la logica della distruzione in favore di una diversa politica del verde, fondata su un reale rispetto della natura. Chiediamo all’Amministrazione comunale una maggiore attenzione per il patrimonio arboreo, che va tutelato e gestito con una pianificazione di ampio respiro e con interventi meditati e graduali così da ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente, sull’aspetto della città e sui cittadini, e di provvedere a risolvere invece con seria determinazione quelli che costituiscono veri importanti problemi, come l’indecorosa situazione dei cassonetti dell’immondizia, la raccolta differenziata dei rifiuti, la sicurezza stradale.
Cordiali saluti
Antonio Perci
per “I grilli scardusi”
Nettuno
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