Erano ben sei giornate che il Nettuno non veniva sconfitto in una serie, per la precisione da quando aveva subito quel doloroso sweep ai danni della Unipol Bologna ed ecco che, ancora una volta, sono i fortitudini a metterci lo zampino ed a far capitolare questa Danesi Nettuno. La tegola capitata ai ragazzi di Bagialemani nella scorsa settimana non è stata indolore, l’addio di un uomo di punta come Ray Sadler ha levato più di qualche certezza ai nettunesi che sono apparsi meno concentrati nel box di battuta e meno cinici nello sfruttare i parecchi errori che i bolognesi hanno concesso.
Arriva anche il sorpasso in classifica ad opera del Rimini di Catanoso, il Nettuno è ora in quarta posizione e sarà importante nella volata finale che è alle porte andare a vincere negli scontri diretti per recuperare posizioni in classifica per sfruttare appieno il fattore campo nei Play off, fattore campo che, quando si parla dello Steno Borghese, risulta realmente un valore importante.
Gara1 di Maurizio Roveri
Intoccabili. Imperiosi. Dominanti. Jesus Matos e il suo “vicino di casa” Felix Romero, cresciuto come lui a San Pedro de Macoris la città dove nascono i campioni del baseball. Insieme confezionano diciassette strikeout (11 Jesus in 6 inning, 6 Felix in 3) nel successo per 4-2 di Bologna. Matos e Romero concedono al Nettuno le briciole di 3 battute valide e 2 punti.
La prima sfida del derby d’Italia, fra la Fortitudo e i nettunesi tradizionali rivali di tantissime battaglie, porta il marchio dei due pitchers dominicani del club bolognese ma anche le valide decisive dei ragazzi biancoblù: 2 su 3 per Alessandro Vaglio, con 1 RBI e 2 punti segnati; 2 su 2 per Marco Sabbatani, con 2 RBI. E 1 punto “battuto a casa” da parte di Andrea D’Amico.
Diciannovesimo successo stagionale per questa Fortitudo che è immagine di buona organizzazione, di solidità mentale e tecnica. Da due mesi è la squadra che gioca meglio. E i risultati la premiano. Viaggia – dopo l’anticipo di ieri sera – con un ottimo 760 di percentuale: 19 partite vinte e soltanto 6 perdute. Nettuno, aspettando gara2 stasera e gara3 di domani, si trova in classifica sul 16-9.
L’intramontabile Jesus Matos alla quinta Win in questa regular season
Quinta vittoria stagionale per Jesus Matos (5-1), la numero 90 da quando è in Italia. Arrivò nel 2004. E’ alla nona stagione consecutiva in Fortitudo, pitcher dall’enorme affidabiità. Re del controllo. Artista dallo slider… che “taglia” come un machete. Nella sua carriera italiana Matos viaggia con uno straordinario 74.4 come percentuale di vittorie.
Ieri sera Jesus, eccitato dal duello con Juan Figueroa che era il suo rilievo di lusso in quell’esaltante 2005 della Fortitudo Italeri che vinse lo scudetto, ha prodotto una prestazione di grande intensità. Ispiratissimo, mescolando con diabolica abilità i lanci e le location, e riproponendo anche una bella “palla veloce”, Matos ha confezionato 11 strikeout in 6 inning. La metà dei battitori affrontati (22, più 2 basi per ball) li ha eliminati direttamente lui. In particolare Paolino Ambrosino, che ha subìto tre K di fila. Ambrosino ha terribilmente sofferto i lanci esterni.
Giuseppe Mazzanti – ottima la sua prestazione, in attacco, non pervenuto il resto della squadra
Soltanto Beppone Mazzanti non si è fatto sorprendere. Lui sa come leggere i lanci di Matos, anche come colpirlo duro. Schierato da Ruggero Bagialemani come cleanup, nello spot numero quattro del line up dopo la clamorosa fuga di Ray Sadler, “Mazzantone” ha picchiato due doppi (le sole battute extrabase della Danesi in questa partita). Il primo doppio al secondo inning, quando s’è trovato ad aprire l’attacco nettunese, non ha fruttato nulla perchè… dopo di lui Imperiali e Sparagna sono finiti strikeout. L’altro doppio alla sesta ripresa è stato da 2 RBI: erano sulle basi Caradonna e Retrosi, uno in terza base e l’altro in seconda, su due errori dell’esterno centro G.G: Sato. In quella circostanza la Fortitudo avrebbe potuto usare un’altra strategia. Poichè vi era una situazione di due out, e la prima base era libera, la logica suggeriva di “giocarsi sporco” Peppe Mazzanti, anche a costo di regalargli la base per ball, anzichè rischiare di beccarsi una bastonata. Infatti è arrivata la legnata da extrabase e da due punti battuti a casa che ha riaperto la partita.
O meglio… avrebbe potuto riaprire la partita. Ciò non è avvenuto perchè Felix Romero, apparso molto migliorato rispetto alla primissima uscita che aveva sollevato perplessità, ha sparato forte con quella pallina che scende dall’alto lavorando egragiamente di fastball e di slider.
Un, due, tre. Felix Romero, sul settimo attacco del Nettuno, si è presentato così: con tre strikeout, “vittime” Sanna, Montecchi e Caradonna. Poi, un K su Bergolla all’ottavo, uno su Mazzanti al nono e infine, dopo una pregevole giocata difensiva in collaborazione Infante-Malengo che ha salvato la Fortitudo da una battuta velenosa di Imperiali, Felix Romero ha firmato la sua sesta eliminazione al piatto (su Sparagna). Che ha anche concluso la partita. Urlo di gioia per Felix, che sta recuperando ritmo e velocità. Va ricordato che è arrivato a Bologna tre settimane fa e, seppure allenato, non giocava una partita dalla fine di gennaio. Da mercoledì prossimo ci sarà molto bisogno di lui, nella settimana di European Cup (la Coppa Campioni de baseball) che vedrà la Fortitudo Unipol sul diamante di San Marino andare a caccia dei due posti utili per la qualificazione alla Final Four (e sarà tutt’altro che semplice per la presenza d’una concorrenza agguerrita, vedi l’Amsterdam che sarà proprio il primo avversario e il San Marino che gioca in casa). Anche il Nettuno, vincitore l’anno scorso della Coppa Italia, sarà impagnato in Coppa: nel girone di qualificazione di Rotterdam. Duro anche quello, ma più abbordabile per quanto riguarda la qualificazione.
Detto dei 17 strikeout fabbricati dalla coppia Matos-Romero, va sottolineato il fatto che la Fortitudo Bologna la sua partita l’ha vinta con i ragazzi, con i suoi interessanti prospetti.
Secondo inning: dopo l’eliminazione di Sato, singolo a sinistra di Castellitto, triplo a sinistra di Vaglio. Punto di Castellitto. Tocca a Sabbatani, lui invece confeziona un singolo a destra che spinge a casabase Vaglio: 2-0.
Quarto inning: Castellitto è out al volo, ma Vaglio raggiunge la prima base per un errore del seconda base Caradonna (Mirco è rientrato da una settimana, dopo aver praticamente saltato l’intero girone d’andata, chiaro che deve recuperare confidenza, occhio, ritmo). Malengo piazza un bel singolo al centro che fa avanzare Vaglio in seconda. Altro singolo di Marco Sabbatani, stavolta a sinistra: Vaglio va a segnare, Malengo raggiunge la seconda base. Visita del coach al monte. Si riprende. Ed ecco una interessante “giocata” d’una Fortitudo che sa muovere i corridori sulle basi. Nanni sorprende il Nettuno: doppia rubata Sabbatani-Malengo. Momento di evidente disagio di Juan Figueroa, che non può evitare la volata di sacrificio di Andrea D’Amico per il punto di Malengo che vale il 4-0 per Bologna.
La Danesi Nettuno dimezza lo svantaggio nel suo sesto attacco, però è l’unico bagliore d’una partita offensivamente poco energica. L’inning si apre con la base-ball che Caradonna va a guadagnarsi, Ambrosino è strikeout, Retrosi batte una pallina insidiosa fra l’esterno centro e l’esterno sinistro, corre Ermini, la chiama Sato, Ermini la lascia al giapponese che però – forse disturbato dalla corsa del compagno di squadra verso di lui – perde un attimo nello scatto e non arriva bene sulla pallina, che gli sfugge. Retrosi gira per la seconda, mentre Caradonna raggiunge la terza perchè G.G. commette un secondo errore e stavolta è di tiro. Matos cerca di rimediare, mettendo strikeout Bergolla. Ci sono due eliminati. E Peppe Mazzanti nel box. Affrontarlo a viso aperto, con due corridori sulle basi, è stata la scelta più rischiosa. Infatti Mazzanti prende il tempo ad un lancio di Matos, già un tantinello affaticato, e gli stampa un doppio da 2 punti.
Poi… spazio ai rilievi. Bravi. Confezionano strikeout. Felix Romero è impressionante. Ma se la cava benone anche Santo Hernandez, che ha palla meno veloce di Figueroa, però è carica di effetti e non è per nulla semplice colpirlo duro. Le rotazioni della sua curva mettono in difficoltà soprattutto Castellitto, battitore amante delle dritte, ma anche Liverziani, Infante, Sato.
Manager Marco Nanni può essere soddisfatto. Non soltanto per la classifica ma anche perchè – in una serata tutt’altro che brillante nel box di Infante (0 su 4), Ermini (0 su 4), Liverziani (0 su 3), Sato (0 su 4), Castellitto (1 su 4 con 2 strikeout), la partita è stata vinta dai più giovani, dalla parte bassa del lineup. Buon segno.
Il Nettuno ha battuto veramente poco. Appena 3 valide nella prima gara del dopo-Sadler. Va detto però che ha dovuto fronteggiare un Matos e un Romero in serata magica. Indubbiamente un 3 su 31 per il gruppo di Bagialemani, subendo 17 K, è davvero un bottino misero misero. In difesa perfetto Wialliam Bergolla, bellissimo interbase dal gran gioco di gambe. All’esterno un paio di incertezze di Ambrosino e Retrosi.
Comunque il Nettuno, anche nelle partite non felici, conferma d’essere squadra solida che concede poco (6 valide e 4 punti nel giorno d’una sconfitta). Figueroa (5 inning, 2 so, 1 bb, 5 h, 4 r) è il lanciatore perdente. ma non ha lanciato male. Dei 4 punti subìti, solo 2 sono “guadagnati” su di lui.
Poco convincente Lorenzo Bastianello arbitro a casabase: ha sbagliato parecchie “chiamate”, soprattutto sui lanci esterni. Non è riuscito a “leggere” lo slider esterno e certamente il più penalizzato è stato Jesus Matos che… altrimenti avrebbe realizzato anche più di 11 strikeout!
Gara2 di Maurizio Roveri
Curva-curva-dritta. Ma anche slider. Soprattutto la capacità di variare velocità e location. Ricardo Hernandez dalla collinetta del “Falchi” disegna traiettorie che avvelenano la vita a Liverziani (0 su 3), Ermini (0 su 4), Sato (1 su 4), Infante (1 su 4), nonchè alla parte bassa del lineup bolognese (9 strikeout collezionati su Varin, Vaglio, De Donno, D’Amico). Il ventiquattrenne pitcher mancino del Nettuno produce una partita superlativa nella seconda sfida del trittico di Bologna, illuminando con la sua personalità la serata della squadra di Ruggero Bagialemani. La Danesi Nettuno si riscatta, dopo la sconfitta di gara1. E vince. Vince bene, 4 a 2, sorretta dal suo grande Ricardo Hernandez e da una solida difesa, e sospinta in attacco da un Renato Imperiali da 2 su 4 con 1 RBI, da Ennio Retrosi anch’egli autore di 2 valide su 4 turni e da un William Bergolla da 2 RBI più 2 basi per ball.
Ha validi motivi per essere soddisfatto, manager Bagialemani. Il suo Nettuno ha dimostrato di saper tenere il campo con equilibrio e solidità anche senza colui che era il “bastone” più importante della squadra, Ray Sadler “il fuggitivo”. Vincere questa partita, in casa della capolista Fortitudo, senza il cleanup dei primi due mesi di stagione e gettando in mischia due diciassettenni, ha un grande significato. Indica lo spirito guerriero del Nettuno e il valore della “scuola” nettunese.
Sì, con due diciassettenni (Mario Trinci e Mattia Mercuri) manager Bagialemani ha messo in ginocchio la capolista, per la verità un tantinello sgonfia e distratta in questa serata. Lo skipper nettunese ha modificato lineup e difesa rispetto alla non felice gara di giovedì dove Matos e Romero avevano lasciato solo briciole al Nettuno.
Ruggero ha voluto mettere in campo più coraggio, più sfrontatezza. Spazio dunque a Mattia Mercuri in seconda base, spostando Mirco Caradonna (logicamente ancora indietro, dopo un lungo stop) da interno ad esterno e collocandolo a destra al posto di William Montecchi che la sera precedente non era riuscito ad accendersi in attacco (0 su 3 e 2 K). Scontato l’impiego dell’ormai affidabilissimo Mario Trinci come catcher in “gara2″, con Sparagna a prender fiato e utilizzato da battitore designato per poi riprendere posto dietro il piatto di casabase nella partita di questa sera (anche gara3 avrà inizio alle ore 20).
Nuovo ordine di battuta: identici i primi quattro spot (Ambrosino, Retrosi, Bergolla, Beppe Mazzanti), poi Caradonna nella posizione numero cinque, Sparagna, Imperiali, Trinci e Mercuri.
Scelta che è risultata felice. Stavolta il Nettuno ha battuto 8 valide (2 Retrosi, 2 Imperiali, 1 a testa per Ambrosino, Bergolla, Sparagna e Mercuri) tenendo il campo con apprezzabile aggressività.
Impressionante per controllo e regolarità Ricardo Hernandez. Venezuelano di nascita, in possesso di passaporto spagnolo (e dunque con lo status di “comunitario”), questo pitcher è il più bel colpo di mercato messo a segno dalla dirigenza nettunese l’inverno scorso. Quelle sue perfide curve “spezzano” in maniera micidiale e ingannano i battitori, li mandano fuori tempo e fuori ritmo.
Dopo un avvio caratterizzato da qualche difficoltà (3 valide e 2 punti concessi sul primo attacco di Bologna) Ricardo ha preso ritmo trovando con fluidità e bella continuità gli angoli più nascosti della zona dello strike. Quelle palline che cambiavano bruscamente traiettoria avvicinandosi al piatto di casabase spiazzavano regolarmente i battitori della Fortitudo, apparsi peraltro con poca energia in questa circostanza (eccezion fatta per Mark Castellitto, 2 su 2 nel box più 2 basi-ball). Il rookie Varin, in particolare, è andato in confusione totale (0 su 4, tre volte strikeout) sui lanci velenosi del mancino spagnolo-venezuelano. Il quale sta confermando nella Italian Baseball League le ottime cose che aveva mostrato in Spagna, nella Division de Honor: Ricardo l’anno scorso ha conquistato il titolo con il Barcelona, soprattutto ha concluso la stagione imbattuto, 15 partite vinte, nessuna sconfitta, ERA di 0.82 in 17 partite (15 da “partente”).
I “numeri” di Hernandez in questa partita: 7 inning, 9 so, 1 bb, 5 h, 2 punti (guadagnati). Tranquilla savezza per un ottimo Yovany D’Amico, che non ha concesso nulla: 2 riprese, 4 so, 2 bb, 0 h, nessun punto.
Complessivamente, dunque, sono stati 13 gli strikeout firmati dalla coppia di pitchers schierata da Bagialemani.
Meno gloria per Luca Panerati, il “partente” della Fortitudo: 5 rl, 3 so, 5 bb, 4 h, 2 punti (guadagnati). Il ragazzo toscano è sceso al termine del quinto inning quando il punteggio era in parità (2 a 2). Lanciatore perdente Matteo D’Angelo. Prima sconfitta stagionale, peraltro con poche colpe (se non addirittura nulle). Per Matteo 4 inning, 4 so, 2 bb, 4h, 2 punti (guadagnati).
C’è ben poca responsabilità da parte dei lanciatori per questa sconfitta dell’Unipol, che ora è a quota 19 partite vinte e 7 perdute. Ancora al primo posto in classifica, con 2 vittorie in più rispetto al San Marino che si è fatto sorprendere nella sua prima partita del trittico di Grosseto. Intanto il Nettuno ha scavalcato il Rimini, inciampato contro il Godo: i Knights ancora una volta hanno messo ko Francisco Cruceta.
La Fortitudo ha combinato poco in attacco. Tre valide e due punti in un amen, partenza vibrante che faceva immaginare ben altro tipo di prestazione: Infante singolo a destra e poi rubata, singolo di GG Sato (dopo gli strikeout a carico di Ermini e Liverziani), a punto Infante. Base per ball a Castellitto, singolo di Vaglio ed errore dell’esterno sinistro nettunese, raggiunge casabase Sato per il 2-0 Fortitudo. E lì si è afflosciata la squadra di Nanni, sgonfiandosi inning dopo inning. Dalla seconda ripresa alla nona, ha prodotto appena 2 singolini. Con la mazza di Mark Castellitto. E stop. Troppo poco per pensare di vincere. Charamente più intensa e concentrata e convinta la prestazione del Nettuno. Niente di speciale (a parte ovviamente Ricardo Hernandez…), tuttavia solidità, equilibrio, dinamismo.
Il Nettuno dunque ha vinto in rimonta. In ritardo di due lunghezze al primo inning, ha accorciato lo svantaggio nel quarto attacco: base per ball guadagnata da Bergolla come leadoff dell’inning, con avanzamento in seconda e in terza grazie a due battute “utili” di Mazzanti e di Caradonna. Con 2 out, base-ball a Sparagna e importantissimo singolo di Renato Imperiali per il punto di Bergolla. Lì il Nettuno ha preso colore e coraggio. Il punto del pareggio nell’attacco successivo: singolo di Mercuri, Ambrosino K, scelta difesa su Retrosi per l’out in seconda di Mercuri, provvidenziale singolo a sinistra di William Bergolla che mette le ali a Retrosi. Punto del 2 pari.
E arriviamo al sesto inning, che si apre con un doppio di Vinicio Sparagna a sinistra. Seguito da un singolo di Renato Imperiali. Sparagna avanza in terza.Trinci batte in doppio gioco, ma permette a Sparagna di correre a firmare il punto del sorpasso: 3-2 Nettuno.
Il 4-2 arriva sull’ultimo assalto nettunese: con un out, base-ball concessa ad Ambrosino; magistrale esecuzione del “batti e corri” Retrosi-Ambrosino, questi arriva in terza e viene poi spinto a casabase da una volata di sacrificio del sempre prezioso William Bergolla. Tutto secondo logica.
La Fortitudo non è stata impeccabile in difesa. Può succedere. Soprattutto in gara2 quando non si può dire che abbia la formazione migliore in campo. Manager Nanni vuole e deve, giustamente, correttamente, dare spazio a tutti. E per non sacrificare nessuno dei giovani italiani sui quali la Società ha investito, il tecnico bolognese si trova a ruotare alcuni giocatori partita per partita. Se in gara1 era rimasto fuori De Donno, ieri sera a rimanere nel dugout è stato Malengo. Con lo spostamento di Ermini in prima base e di GG Sato esterno sinistro (con Castellitto battitore designato). In questo periodo, Nanni non vuole e non può rinunciare ad un Ermini che viaggia attorno ai 400 di media-battuta. E pertanto certe scelte diventano inevitabili. Anche il turno di riposo a Sabbatani, quando a ricevere è il diciannovenne Varin. Scelte che servono anche da verifica, durante la regular season. Chiaro che con la formazione difensivamente migliore, vale a dire con Malengo in prima e con Ermini esterno sinistro, la squadra bolognese avrebbe retto un po’ di più. Ad esempio: sia in occasione del punto del pareggio nettunese, sia in occasione del doppio di Sparagna per il sorpasso, Sato all’esterno sinistro non è stato impeccabile: a mio parere è partito in leggero ritardo oppure le sue gambe non hanno lo scatto che gli avrebbero permesso probabilmente di prendere giù entrambe le palline. Credo che Ermini, nel suo ruolo naturale, ci sarebbe riuscito.
L’arbitraggio di Filippi a casabase non mi ha convinto. Impreciso. Spero di vederlo meglio in una prossima occasione.
Gara3 di Maurizio Roveri
Vittoria numero 20 di questa regular season per la Fortitudo Unipol Bologna, che controlla con una certa disinvoltura il Nettuno prevalendo con un limpido 3-1 in “garatre” e aggiudicandosi la serie. Dopo il superlativo Jesus Matos di giovedì, è Fabio Betto – un altro veterano intramontabile – ad imporre classe, esperienza e personalità sulla pelle d’una formazione nettunese praticamente tutta italiana: l’interbase venezuelano William Bergolla, infatti, risulta l’unico straniero in una formazione gonfia di “asi”. Senza Ray Sadler e Chris Crescenzi, che del Nettuno progettato e costruito per andar lontano erano i battitori collocati nel cuore del lineup, il Nettuno attuale inevitabilmente difetta di consistenza in attacco. E così sarà fino a quando – nel tempo e con tanto lavoro – si confida possa avvenire un felice “salto di qualità” da parte di qualcuno di questo manipolo di ragazzotti (Mercuri, Montecchi, Trinci, anche Grimaudo che non è stato utilizzato nel trittico bolognese) dalla faccia grintosa ma acerba. Nel frattempo, il gruppo di Ruggero Bagialemani non può fare altro che mascherare i limiti offensivi aggrappandosi al monte di lancio e alla difesa. Che funzionano egregiamente, permettendo al Nettuno di restare sempre in partita e di tenere punteggi bassi. Questa è la strategia: concedere poco, vivere sull’equilibrio difensivo, non scomporsi mai, cercare di approfittare di ogni eventuale attimo di distrazione degli avversari. E’ fondamentale, in questo momento di naturale disagio dove il gruppo è chiamato a metabolizzare dal punto di vista psicologico la fuga di Sadler (e anche l’indisponibilità di Crescenzi) e… chiaramente non è cosa semplice.
In attesa della crescita di qualche “prospetto”, o del ritorno clamoroso di Sadler a Nettuno, Ruggero Bagialemani rilancia l’esperto Leonardo Mazzanti riproponedolo da battitore designato (sesto nell’ordine di battuta, alle spalle di Paolino Ambrosino schierato nello spot numero 5, con Caradonna leadoff). E Leo, nella terza sfida bolognese, risponde con un 2 su 4 promettente per il domani. C’è bisogno di tutti in questo periodo delicato. L’aver vinto una partita al Falchi, quella di venerdì, porta ad interpretare in maniera non negativa questo trittico di Bologna. Immaginare qualcosa di più… sarebbe stato illudersi: il Nettuno colpito duro allo stomaco dalla improvvisa fuga del suo slugger americano non poteva avere la consistenza necessaria per vincere la serie contro una Fortitudo Unipol solida, organizzata, al completo e che continua ad esprimere un buon baseball. E’ la capolista della IBL, la formazione bolognese di Marco Nanni. E con pieno merito.
Tenendo il punteggio basso e affidandosi ad un buon monte di lancio, il Nettuno ha vinto “garadue” con il punteggio di 4-2 dopo aver perduto con lo stesso punteggio la prima sfida, quella di giovedì. E anche la seconda sconfitta, quella di ieri sera, è stata di due sole lunghezze: 3 a 1. Il gruppo attuale di Bagialemani avrebbe potuto avere qualche chance in più se avesse trovato in garauno, o in garatre, la Fortitudo sgonfietta della seconda partita. Così non è stato. Nelle due gare vinte, la squadra di Marco Nanni si è dimostrata intensa e quasi impeccabile.
Il Nettuno attuale non aveva la forza per superare ostacoli alti rappresentati dalla grande accoppiata Matos-Romero di giovedì, e dal magistrale Fabio Betto di ieri sera (peraltro perfettamente “rilevato” da Barbaresi, Cillo e Pugliese).
Sesto successo personale per Betto in questa stagione. La partita vinta numero 119 in carriera. Dentro la boscaglia delle curve dai mille effetti del pitcher fortitudino, e di quella ingannevole dritta “a tre quarti”, i nettunesi non hanno quasi mai visto la luce. Soltanto 3 le battute valide confezionate contro un Betto controllatissimo e dalla forte personalità (5 riprese lanciate, 4 so, 1 bb, 3 h, 1 punto). Un altro singolino, il quarto della sua partita, la squadra di Bagialemani l’ha ottenuta al sesto inning su Barbaresi. Poi, il nulla. Non è stato creato nient’altro negli ultimi tre attacchi, sui lanci di un Cody Cillo che da tempo non vedevamo così brillante e di un positivissimo Nick Pugliese che si è guadagnato la “salvezza”.
Bagialemani stavolta ha affidato la “partenza” a Carlos Richetti. Che ha lanciato con apprezzabile velocità e anche un discreto controllo, facendo uso di una buona varietà di lanci (4.2 rl, 4 so, 2 bb, 7 h, 3 punti, 2 guadagnati). I battitori della Fortitudo gli hanno rubato il tempo, di tanto in tanto, leggendogli bene i lanci e stampandogli 7 valide, con 3 doppi (Castellitto, Vaglio, Infante). Tuttavia Carlos Richetti non si è mai disunito e, protetto da una valida difesa, non ha permesso alla formazione bolognese di concretizzare più di tanto. Cosicchè la Fortitudo ha perso occasioni ghiotte, ad esempio al secondo e al quarto inning, lasciando in entrambe le situazioni un “corridore” in terza base. Sono stati sette gli uomini della Fortitudo rimasti in base nei primi cinque inning (più un ottavo nella sesta ripresa): in parte può essere demerito di Bologna, ma in parte maggiore è merito del monte e della difesa di Nettuno. Molto bravo Massimiliano Masin, quando è salito sulla collinetta a rilevare Richetti. E’ così che la Fortitudo, pur battendo 9 valide (con 3 doppi), non è riuscita ad andare oltre i 3 punti.
Poteva e doveva essere più concreta, la squadra di Nanni. Tuttavia apprezzabile per intensità e per la produzione di battute valide. In evidenza particolarmente Alessandro Vaglio, con 3 su 4 (tra cui un doppio) e 1 RBI.
Bologna ha aperto le segnature nel suo secondo attacco, che si è aperto con un doppio di Mark Castellitto, spinto in terza dal singolo di Vaglio e poi a casabase da una terza valida in sequenza (Sabbatani). Pareggio nettunese al quarto inning: base-ball a Beppe Mazzanti e poi, con 2 out, singolo del “cugino” Leonardo Mazzanti. Nuovo vantaggio bolognese al 5°: doppio del leadoff Infante, De Donno eliminato al volo, Liverziani strikeout, singolo di GG Sato con la pallina infilatasi inafferrabile nel corridoio fra interni ed esterni per il punto di Infante (2-1). Dopo la base per ball concessa da Richetti a Castellitto, cambio del lanciatore (anche per una lieve contrattura di Richetti, tolto precauzionalmente). Massimiliano Masin saliva sul monte, nel box lo aspettava Vaglio che sul primo lancio di “Catozza” firmava il singolo che spediva Sato a casabase. Per il 3-1.
Qualche brontolamento nettunese per un paio di chiamate dell’arbitro-capo Fabrin, in particolare per lo strikeout chiamato a Beppe Mazzanti al sesto inning mentre Retrosi rubava la seconda base. Potevano esserci due corridori sulle basi, anzichè il secondo out.
Comunque Lino Fabrin, seppure non propriamente preciso, ha fatto meglio dei due colleghi che hanno diretto a casabase nelle sere precedenti.
E ora per Bologna e Nettuno si respira aria d’Europa. Ci si avventura in Coppa dei Campioni. Comincia mercoledi la fase di qualificazione della European Cup. La Fortitudo Unipol è inserita nel girone di San Marino, dove troverà sulla sua strada il pericoloso Amsterdam Oltre ai Titani. Girone durissimo. Vanno avanti soltanto due squadre. I tedeschi del Paderborn, i ceki del Draci Brno e i belgi dell’Hoboken le altre squadre. La Danesi Nettuno viaggerà in Olanda, a Rotterdam. Là troverà il Nettuno d’Olanda, il Door Neptunus Rotterdam, gli spagnoli del Barcelona (ai quali il Nettuno ha portato via il miglior pitcher della stagione scorsa, Ricardo Hernandez), i francesi del Rouen, i Buchbinder tedeschi e i ceki del Technika Brno. Mi sembra un pochetto più abbordabile, per la qualificazione, il gruppo del Nettuno